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Berlusconi sicuro: “Con Renzi siamo al preludio di un regime”

Il Cavaliere attacca ancora il Presidente del Consiglio: “Inizialmente mi aveva colpito, poi ha cambiato tutto ciò che avevamo deciso insieme”.
A cura di Redazione
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Che i rapporti tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi fossero ai minimi storici lo si era capito da tempo, con il ritiro del sostegno dei gruppi parlamentari di Forza Italia al disegno di legge di riforma della Costituzione che porta la firma del Presidente del Consiglio e del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Ora, dopo una serie di dichiarazioni al vetriolo, arriva l’ennesima conferma di quanto sia mutato il giudizio del Cavaliere nei confronti dell’attuale segretario del Partito Democratico.

In una intervista al Corriere del Ticino, Silvio Berlusconi non usa mezze misure e attacca Renzi per la sua “bulimia di potere”, che lo ha portato alla “collocazione di suoi uomini di fiducia dovunque, in enti, organizzazioni, istituzioni, perfino nella Guardia di Finanza e nei Servizi Segreti”. Una volontà che porta a ritenere che siamo in presenza di “un preludio di regime” e che, nella lettura del Cavaliere, ci dovrebbe mettere di fronte a una serie di interrogativi. Quanto al suo iniziale “supporto” all’azione del Presidente del Consiglio, il leader di Forza Italia spiega: “Inizialmente Matteo Renzi mi aveva colpito per la sua intraprendenza e la voglia di prendere le distanze dai vecchi comunisti che guidavano il suo partito, quelli che mi avevano demonizzato per vent'anni”. Un supporto che sembrava guidato dalla speranza che “avessimo trovato finalmente qualcuno di sinistra con cui poter dialogare per modernizzare il Paese attraverso delle riforme condivise”. Il problema è sorto quando “Renzi ha cambiato tutto ciò che avevamo deciso insieme”, con lo strappo sulle riforme e nella scelta del Presidente della Repubblica.

Una tesi sostenuta già nel corso della sua lunga intervista per il ventennale del Foglio, nella quale aveva spiegato: “Renzi con noi non ha nulla in comune, se non una cosa: la consapevolezza che il vecchio linguaggio della politica ha stancato gli italiani. Ma di fronte a questo noi abbiamo scelto la strada della concretezza, della chiarezza, della realtà. Lui, quella delle battute, dell’arroganza, degli annunci”.

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