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Bambino di 8 anni si impicca dopo lite con la sorella più piccola

Secondo le indagini l’ipotesi più accreditata è che il bambino si sia tolto la vita nel tentativo di impietosire il padre. Il genitore, infatti, aveva punito il figlio dopo una lite con la sorella.
A cura di Redazione
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Christopher Furniss-Roe aveva otto anni quando una cinghia intorno al collo gli ha tolto la vita. Il dramma, raccontato in questi giorni dai media britannici, è accaduto il 9 luglio 2014 a Pontypool, in Galles. Christopher era di buon umore in quei giorni, per la felice chiusura delle gare sportive organizzate dalla scuola. E' stata una banale lite tra fratelli a far precipitare la situazione in maniera imprevedibile. Christopher stava giocando in spiaggia con la sorella più piccola, quando a causa di un secchiello rotto i due sono venuti alle mani. I genitori hanno punito il figlio più grande costringendolo nella sua camera. E' qui che il padre, Jason, ha trovato il bambino appeso al letto a castello attraverso una cinta.

Il padre ha immediatamente fatto chiamare i soccorsi mentre eseguiva la rianimazione cardiovascolare. La corsa in ospedale e poi, il giorno successivo, la decisione di staccare la macchina. A mesi di distanza, sono ancora in corso le indagini, ma al momento l'ipotesi più accreditata è che sia stato tutto un tragico errore. E' probabile, infatti, che il bambino volesse simulare un'impiccagione per impietosire il padre. Questi è tornato nella stanza circa 15 minuti dopo avervi spedito il figlio ed è possibile che il ragazzo fosse in debito di ossigeno già da molto tempo. Esclusa del tutto l'ipotesi del suicidio che, del resto, poteva reggere ben poco, vista anche l'età giovanissima del bambino.

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