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Aumentano abusi e violenze sui bambini: il Garante per l’Infanzia lancia l’allarme

Per cercare di porre rimedio all’incremento del fenomeno, Telefono Azzurro sta mettendo in campo alcune iniziative di sensibilizzazione per permettere alle figure che professionalmente hanno la possibilità di lavorare a stretto contatto con i bambini di riconoscere per tempo eventuali campanelli d’allarme.
A cura di Charlotte Matteini
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Il Garante dell'infanzia ha lanciato un allarme preoccupante. Stando alle ultime rilevazione relative all'anno 2015, le le linee di ascolto 1.96.96 e 114 Emergenza infanzia hanno gestito più di 4500 richieste di aiuto e un caso al giorno ha riguardato situazioni di emergenza o richieste di aiuto per abusi sessuali, in particolare bambini di sesso maschile sotto gli undici anni (dal 40,8% del 2014 al 55% del 2015 sulle linee di ascolto; dal 50% del 2014 al 60,9% del 2015 al 114 Emergenza infanzia). Una tendenza in crescita, inoltre, considerando che negli ultimi anni sono aumentate anche le segnalazioni legate alla pedopornografia online. Una situazione che desta non poche preoccupazioni negli addetti ai lavori, che ogni giorno cercano di offrire supporto ai bambini vittime di abusi di qualsiasi tipo.

"Il Garante dell'Infanzia ha fatto bene a segnare il problema: nel nostro Paese esiste un grande sommerso su questo tema, una sacca di mancanze nei servizi e nei sensori in grado di intercettare le problematiche che affliggono i minori e tutte quelle emergenze non adeguatamente individuate", ha dichiarato il Professor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di neuropsichiatria infantile. "In particolare – sottolinea il professor Caffo – nel meridione sussistono situazioni di disagio sociale ormai stratificate, in cui le istituzioni non entrano, lasciando nel silenzio situazioni drammatiche: in questa maniera, la tutela dei soggetti più deboli perde importanza", prosegue.

Per risolvere l'emergenza infanzia è necessaria non solo una maggiore consapevolezza del problema, ma anche un'offerta di servizi e di aiuto più adeguata alle necessità effettive, unita alla predisposizione di "sensori" efficaci, in grado di  cogliere anche i minimi segnali d'allarme. La chiave, spiega il professor Caffo, è il riuscire a offrire a bambini e adolescenti la possibilità di chiedere aiuto, attraverso la formazione, ovvero creando una cultura del rispetto del bambino, con il contributo di tutte le figure che per lavoro sono a stretto contatto con i bambini e le loro famiglie e che grazie a questa vicinanza possono essere in grado di individuare eventuali campanelli d'allarme in modo rapido.

"In questa direzione, è necessario il potenziamento da parte delle istituzioni di servizi e raccolte dati, per dare risposte a quei bambini che finiscono alla mercé degli adulti. È necessario potenziare l'ascolto con l'obiettivo di attuare un intervento preventivo, fornendo risposte immediate. I bambini al momento non sono in grado di chiedere aiuto perché non vengono messi nelle condizioni di poterlo fare. Gli interventi che oggi vengono attuati sono tardivi e quindi non risultano di aiuto” ha concluso il professore.

La figura del pediatra, per esempio,è molto importante in questi casi e può aiutare concretamente a contrastare fenomeni di abuso e violenze sui minori e proprio per questo Telefono Azzurro ha lanciato la formazione della prima rete di pediatri al mondo, per permettere loro di essere in grado di riconoscere i segnali di eventuali violenze in tempo, in modo tale da riuscire ad attivare tempestivamente le procedure per il contrasto degli abusi sui bambini, in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria, la Federazione Italiana Medici Pediatri, l’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani e la casa farmaceutica Menarini.

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