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Assolto dopo 20 anni di carcere per omicidio: era stato condannato per una parola fraintesa

Angelo Massaro ha ingiustamente scontato quasi 21 anni di carcere: era stato condannato per l’omicidio di un uomo.
A cura di Davide Falcioni
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Angelo Massaro, un uomo di 51 anni di Fragagnano, in provincia di Taranto, è stato scarcerato dopo una sentenza della Corte d'Appello di Catanzaro per "non aver commesso il fatto" in riferimento all'omicidio di Lorenzo Fersurella, ucciso in Puglia nell'ottobre del 1995. Massaro è stato assolto anche dall'accusa di occultamento di cadavere. E' quindi stato rilasciato dopo oltre 20 anni di detenzione ingiusta. Massaro era stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione (per cumulo di pene), ma poi la Corte di Cassazione aveva accolto la richiesta di revisione del processo avanzata dal difensore del 51enne, l'avvocato Salvatore Maggio. "Ho sentito Angelo stamattina – ha commentato il legale – appena uscito dal carcere di Catanzaro. Era ancora sotto choc, come se fosse in preda a una piccola crisi di panico. Comprensibile, dopo 21 anni passati ingiustamente in cella".

L'arresto sulla base di un'intercettazione: fraintesa una parola

Angelo Massaro venne tratto in arresto sulla base di una intercettazione telefonica e di una dichiarazione di un pentito che sosteneva di aver appreso da altri del presunto coinvolgimento dell’uomo in un omicidio. Il 15 maggio 1996 il tarantino ha messo per la prima volta piede in carcere, finendo in cella a Foggia, Carinola (Caserta), Taranto, Melfi e Catanzaro. Nei quasi 21 anni di detenzione è stato sovente costretto a stare lontano dai suoi familiari, ma non si è mai arreso ed ha sempre proclamato la sua innocenza inviando lettere agli organi istituzionali e a organizzazioni come l'associazione Antigone.

L'avvocato Maggioè riuscito a dimostrare che Massaro era stato condannato per una parola mal interpretata. "A una settimana dall’omicidio, colloquiando con la moglie aveva detto, in dialetto, `tengo stu muert´, ma in realtà voleva intendere `muers´, cioè un materiale ingombrante attaccata al gancio di un autovettura e che stava trainando. Poi ho trovato un certificato da cui risultava che il mio assistito si trovava al Sert quando sparì Fersurella. Insomma, tutta una serie di elementi che non erano stati presi in considerazione. Sono contento per essere riuscito a dimostrare l’innocenza di una persona ed è una grande soddisfazione per lui, per la sua famiglia e per quello che è stato fatto".

Massaro: "Sono felice, ma nessuno potrà bilanciare le sofferenze che ho patito in questi vent'anni"

Nel nuove processo celebrato l'avvocato Maggio ha dimostrato che il suo assistito si trovava in una località diversa da quella dalla quale scomparve la vittima, depositando atti, testimonianze e le intercettazioni di un altro procedimento giudiziario. Nel 2011 Massaro era stato assolto dall’accusa di un altro delitto avvenuto nel 1991. Ora il legale presenterà domanda di risarcimento per ingiusta detenzione. ""Sono felice, ma nulla potrà bilanciare le sofferenze che ho patito in questi vent'anni", ha detto Angelo Massaro appena uscito dal carcere. "Non fui affatto sorpreso – scriveva – ad appiccicare alcun incendio all'automobile del mio amico, né tantomeno i familiari videro me sul posto al momento del ritrovamento dell'auto, avvenuta tre giorni dopo la scomparsa, ma dei motociclisti col casco. Uno dei familiari, con problemi di vista, riferì in aula – aggiungeva Massaro – di avere visto a duecento metri di distanza due motociclisti, dicendo : ‘mi pareva era lui come si componeva'; l'altro familiare smentì tale versione".

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