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Appello dei cattolici a Mattarella: “Dimettiti pur di non firmare la legge Cirinnà”

La richiesta del popolo del family Day al Presidente della Repubblica: “Non firmare la legge sulle unioni civili”.
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non controfirmi la legge sulle unioni civili, anche a costo di dimettersi. E’ l’appello dei promotori del Family Day al Capo dello Stato nei minuti immediatamente successivi all’approvazione della legge che crea un nuovo istituto giuridico per dare più diritti agli omosessuali.

“Chiediamo a Mattarella di avere la saggezza di re Baldovino del Belgio, che abdicò pur di non firmare una legge che andava contro i propri princìpi, quella sull’aborto. – spiega il leader del Popolo della Famiglia e candidato sindaco di Roma, Mario Adinolfi – Il presidente è un insigne giurista che conosce profondamente la Costituzione ed è stato anche membro della Corte Costituzionale. Inoltre, dato non di poco conto, è cattolico: la sua lettura della legge non potrà essere superficiale.” Per Massimo Gandolfini, leader riconosciuto del variegato mondo religioso e laico e presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli”, Mattarella non deve controfirmare la legge perché “chiaramente anticostituzionale”. Gandolfini chiarisce la legge appena approvata “contrasta con l’articolo 29 della Costituzione, che tutela la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, inventandosi un nuovo modello di famiglia ed inoltre è stata approvata con due voti di fiducia senza alcun esame da parte delle commissioni parlamentari competenti.”

Né Adinolfi né Gandolfini escludono una raccolta firme per promuovere un referendum abrogativo per quella che il direttore del quotidiano online “La Croce” definisce “una legge pasticciata, che non piace neppure al mondo LGBT. Una legge ipocrita, che usa parole false per raggiungere i propri fini, creando un nuovo istituto che scimmiotta il matrimonio. Insomma, si tratta di un obbrobrio giuridico nata grazie ad una classe dirigente che si dice cattolica sono di nome.” Per Adinolfi, gli amministratori cattolici dovranno esercitare "l'obiezione di coscienza contro questa legge, rifiutandosi di celebrare le unioni civili ed essendo pronti ad accettare tutte le conseguenze delle loro azioni."

Gandolfini rimarca che oggi si celebra “non il funerale della famiglia tradizionale, come hanno detto alcuni, ma il funerale del diritto. Si istituiscono, infatti, modelli di famiglia variabili, fondati solo su rapporti affettivi e sentimentali e non su patti stabili. Con questa legge si vuole cambiare il modello culturale su cui si fonda l’Italia: da oggi i bambini verranno cresciuti con l’idea che esistono tante idee di famiglia, una delle quali è quella basata sull’unione tra uomo e donna e questo è inaccettabile.”

Prossimo obiettivo del popolo del Family Day è quello di far arrivare un segnale a Matteo Renzi, facendo fallire il referendum del prossimo autunno per la riforma costituzionale. “Dobbiamo dire agli elettori che se il Governo si comporta in maniera così antidemocratica con le attuali norme – conclude Gandolfini – farà anche di peggio quando ci sarà un’unica Camera, con il controllo totale del premier sui parlamentari e con un presidente del Consiglio unico protagonista dell’attività legislativa. Per questo i milioni di italiani contrari alla legge Cirinnà dovranno votare no al referendum voluto da Renzi.”

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