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Allarme tonno avariato, Ministero della Salute lancia avviso: “Rischio d’intossicazione”

Oltre 200 casi di intossicazione registrati negli ultimi giorni in Basilicata, Puglia, Lazio e Veneto. I sintomi della ‘sindrome sgombroide’ sono nausea, vomito, diarrea, vertigini, cefalea, rush cutaneo, disturbi respiratori e ipotensione.
A cura di B. C.
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Dopo la Spagna, è allerta alimentare per il tonno anche nel nostro Paese. Casi di intossicazione sono stati segnalati in Basilicata, Puglia, Lazio e Veneto, tanto che il ministero della Salute è stato costretto a richiamare alcuni tranci di tonno pinna gialla. Il motivo sarebbe la presenza di istamina superiore ai limiti di legge. In particolare si tratta del pesce decongelato e lavorato dalla Ittica Zu Pietro di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani). Due i lotti, contrassegnati dal marchio di identificazione IT CE 2830, con data di scadenza rispettivamente al 2 giugno e al 7 giugno 2017. Nello specifico interessa i lotti L1 753180517 e L2 753200517 confezioni da circa 2 kh al pezzo.

L’ingestione di partite di tonno mantenuto in condizioni non idonee di conservazione avrebbe causato nei malcapitati la cosiddetta ‘sindrome sgombroide’, o intossicazione da istamina (HFP). “Si tratta di una sindrome acuta causata principalmente dal consumo di prodotti ittici contenenti alti livelli di istamina e probabilmente di altre ammine vasoattive o altri composti” fa sapere Giovanni D’Agata, presidente dello 0Sportello dei Diritti’. Dal 1970 i paesi con il maggior numero di casi riportati sono il Giappone, gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma probabilmente perché in questi paesi il sistema di notifica è il migliore. Molto pochi, invece, i casi segnalati nel nostro Paese.

L’istamina e le altre ammine biogene sono sostanze azotate che si formano prevalentemente dalla degradazione (decarbossilazione) microbica di aminoacidi. I microrganismi coinvolti sono solitamente presenti nell’ambiente, pertanto le ammine biogene possono essere contenute in alimenti e bevande, ma la loro presenza è maggiore nei cibi a rapida deperibilità. Soprattutto se fermentati e ricchi di particolari amminoacidi, come pesci, carni, salumi, latticini e formaggi, succhi di frutta, vino e cacao. I sintomi base per chi viene colpito dalla ‘sindrome sgombroide’ sono nausea, vomito, diarrea, vertigini, cefalea, rush cutaneo, disturbi respiratori e ipotensione.

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