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Al Museo d’Israele in mostra l’Antico Egitto. La star? Una mummia con le carie

Si chiama Alex, sacerdote durante l’età dei Tolomei. È lui il protagonista indiscusso della mostra in programma presso l’Israel Museum di Gerusalemme: soffriva di carie e di osteoporosi, ma oggi è la mummia più bella del museo.
A cura di Federica D'Alfonso
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La maschera funeraria di Alex (imj.org)
La maschera funeraria di Alex (imj.org)

Carie, osteoporosi, vita sedentaria e dieta ricca di carboidrati: problemi quotidiani che affliggono di migliaia di persone nel mondo. Grazie ad una mummia vecchia di più di duemila anni, è ormai possibile ipotizzare come questi malesseri fossero comuni anche nell'antico Egitto. “Alex”, questo il soprannome della mummia, è la star di una mostra inaugurata in questi giorni all'Israel Museum di Gerusalemme: il corpo mummificato, l'unico in Israele, era stato donato al Pontificio Istituto Biblico di Gerusalemme in intorno al 1930 dai gesuiti di Alessandria. Alex è appena arrivato nelle sale del museo, e viene esposto al pubblico rivelando particolari interessanti circa gli usi e le abitudini dell'Egitto tolemaico.

In occasione della mostra, il Museo di Israele ha collaborato con il Medical Center di Haifa e gli scienziati di Tel Aviv conoscere la vita di Alex e le circostanze della sua morte. Contrariamente a quanto pensavano i responsabili dell'Istituto gesuita, Alex non era un adolescente, e non ha vissuto nel IV secolo a.C: la datazione al radiocarbonio delle sue bende ha collocato la data di morte nel II a.C., e la tac ha rivelato che Alex aveva fra i 30 e i 40 anni quando è morto. Una circostanza inusuale per un uomo egiziano dell'antichità, in un periodo in cui la mortalità infantile era dilagante e le prospettive di vita non erano altissime.

Considerato lo stile di vita sedentario rivelato dalle analisi e le iscrizioni sulla bara, Alex era quasi sicuramente un sacerdote, vissuto nella città di Panopoli (la moderna Akhmim), nell'Alto Egitto, durante l'epoca dei Tolomei. Dopo la sua morte, Alex è stato sottoposto al tradizionale processo di imbalsamazione e mummificazione: gli organi interni sono stati rimossi e collocati in vasi canopi, il cervello è stato tirato fuori attraverso il naso, e il corpo è stato riempito e ricoperto di natron e poi avvolto nel lino. Il curatore del museo d'Israele, Galit Bennet, ha spiegato al Times come “per la sua età, Alex è molto ben conservato”. Non soltanto le ossa, ma anche i denti, le orecchie, i tessuti delle cosce e delle mani sono ben visibili. Ha ancora la maggior parte dei denti, ma soffriva di carie e gengivite, e anche di osteoporosi.

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Anche se le tecniche di mummificazione e lo stile di sepoltura seguono la tradizione egizia, l'epoca in cui Alex è vissuto era quasi totalmente ellenizzata, in seguito alla conquista dell'Egitto da parte degli eserciti di Alessandro Magno. Anche se la religione locale e le tradizioni funerarie vennero conservate e rispettate dai Tolomei, l'influenza della cultura greca è presente: la targa dipinta poggiata sul petto è usanza caratteristica del periodo tolemaico, così come anche la maschera mortuaria stilizzata, simbolo di una persona di elevato rango sociale.

La mostra

L'ibis mummificato che accompagna Alex nella mostra
L'ibis mummificato che accompagna Alex nella mostra

Grazie ad Alex, il Museo d'Israele cerca di fare luce sulle tradizioni funerarie dell'antichità, sulla percezione che gli antichi egizi avevano della morte e sulla misteriosa simbologia legata ai processi di mummificazione e imbalsamazione. Ad accompagnare Alex nella sua vita ultraterrena presso il Museo, anche un vasto assortimento di maschere funerarie di epoca ellenistica e romana: alcune, come quella di Alex, sono stilizzate, e imitano la rappresentazione tradizionale egiziana del defunto, con gli occhi a mandorla e una lunga parrucca. Altre sono ritratti realistici e di rara bellezza. Il percorso offre la possibilità di ammirare anche amuleti a forma di animali e realizzati a mano in ceramica, avorio, oro o pietre semipreziose, che erano state collocate sul corpo del defunto per proteggerlo nell'aldilà.

L'unica altra mummia nelle sale del museo è quella di un ibis, l'uccello sacro a Thoth, dio egizio della scrittura e della saggezza. Il sarcofago che racchiude i resti mummificati del uccello sacro è stato un regalo per l'ex vice primo ministro Moshe Dayan dal presidente egiziano Anwar Sadat, dopo la firma del trattato di pace tra Israele e l'Egitto nel 1979.

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