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Aereo malese scomparso: la batteria della scatola nera era scaduta

E’ passato esattamente un anno da quando il volo Mh370 della Malaysia Airlines partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino scomparve nel nulla con a bordo 239 persone. Oggi emerge un nuovo dettaglio in quello che è uno dei più grandi misteri della storia dell’aviazione.
A cura di Biagio Chiariello
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La batteria di una delle scatole nere del volo Malaysia Airlines MH370, scomparso nel nulla esattamente un anno fa, era l'8 marzo 2014, era scaduta da oltre un anno. La rivelazione è contenuta in un rapporto di 584 pagine pubblicato oggi, sul caso del Boeing decollato dall’aeroporto di Kuala Lumpur e diretto a Pechino con 239 persone a bordo. La batteria scaduta era quella del ‘locator beacon’, il rilevatore di posizione subacqueo del registratore dei dati di volo del Boeing 777-200. Secondo la relazione si sarebbe esaurita nel dicembre 2012. L’altra scatola nera, quella contenente le registrazioni delle conversazioni in cabina, era invece regolarmente funzionante. Questo problema potrebbe aver in qualche modo ostacolato i tentativi di ricerca del relitto dell’aereo della Malaysia Airlines, che probabilmente è precipitato nell’Oceano Indiano, al largo delle coste sudoccidentali dell’Australia.

Il rapporto, compilato da un gruppo indipendente e diffuso ieri a Kuala Lumpur, non mostra altre anomalie nelle dinamiche che hanno portato all’incidente. Inizialmente si era pensato che il pilota Zaharie Ahmad Shah avesse voluto chiedere di proposito le comunicazioni, per dirigersi in una rotta sconosciuta fino a precipitare nell’Oceano Indiano quando il carburante si esaurì. Ma dalla relazione è emerso che Shah non aveva dato segni di stress o ansia, e non sono emerse situazioni finanziarie sospette: niente fa presumere che abbia potuto compiere un dirottamento premeditato dall'originaria rotta Kuala Lumpur-Pechino.

Le ricerche dei resti del volo MH370 vanno comunque avanti (almeno fino a Maggio) in un'area di "massima priorità" grande una volta e mezzo la Svizzera, con l'impiego di quattro navi e quasi 150 persone. Ei costi si sono fatti sentire: 240 milioni spesi. Ma finora sono state completate perlustrazioni in poco più del 40% della superficie indicata, senza il ritrovamento di alcun detrito.

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