Aereo malese, il governo dichiara: “È stato un incidente”. Rabbia dei parenti

E’ trascorso ormai quasi un anno dal dramma. E solo ieri è arrivato l'annuncio ufficiale del governo malese. Il volo MH370 della Malaysia Airlines, scomparso l'8 marzo 2014 nell'Oceano Indiano mentre viaggiava da Kuala Lumpur a Pechino, è precipitato a causa di un incidente. Nel comunicarlo "con un peso sul cuore e il più profonde doloro", il direttore generale dell'Aviazione Civile, Azharuddin Abdul Rahman, ha anche comunicato che, dopo quasi 11 mesi, si presume che siano tutte morte le 239 persone che si trovavano a bordo. Questa la decisione dell’esecutivo malese, che ha dato il via alle procedure per il risarcimento dei familiari. Molti però hanno reagito con perplessità alla dichiarazione del governo che, in virtù del mancato ritrovamento dei resti dell’aereo, è stata ritenuta quantomeno affrettata. "Penso che stiano mentendo", ha protestato Sarah Bajc, che ha perso il fidanzato americano nell'incidente, "può darsi che l'aereo si sia schiantato, ma non c'è alcuna prova e finché non ci saranno prove non possiamo crederci, è impossibile chiudere il caso senza prove".

Le ricerche dell'aereo continuano

Ad ogni modo il rappresentante del governo malese ha annunciato anche che questa “dichiarazione non è assolutamente quella finale” e che le ricerche del relitto del velivolo proseguiranno, con l’assistenza di Cina e Australia. Kuala Lumpur ha messo a disposizione quattro imbarcazioni speciali alla ricerca di quanto resta del volo MH370 sul fondo marino, tramite l'utilizzo di apposita strumentazione speciale. Secondo i dati in possesso degli esperti, l’aereo si sarebbe inabissato al largo del mare australiano, ad ovest della città di Perth. In questi mesi, nonostante le ricerche in un’area di 60.000 metri quadri dell’Oceano Indiano, del velivolo non è stata trovata traccia.