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3,7 milioni di bambini siriani nati durante la guerra: 1 su 4 ha problemi psicologici

Un’iniziativa di Save the Children alla Mostra del Cinema di Venezia: una misteriosa porta rossa mostra le immagini della guerra in Siria e le conseguenze su 5,8 milioni di bambini.
A cura di Annalisa Cangemi
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A Venezia arriva anche Save The Children, ma in questo caso non per presentare un film. L'associazione ha pensato di impiegare i giorni della kermesse come palcoscenico per un'iniziativa di sensibilizzazione. Una porta rossa, con una scritta "open" invita i passanti e i vip a scoprire cosa nasconde. Una volta aperta uno schermo proietta le immagini della guerra in Siria, immagini reali, di bambini di una città bombardata a sei anni e mezzo dal conflitto che ha devastato il Paese. Le riprese sono state fatte dall'alto, utilizzando un drone. Lo slogan dell'iniziativa, partita ieri e che si svolgerà durante la giornata, è "Non è un film sta accadendo adesso", una trovata per cercare di non spegnere i riflettori su una guerra di cui i media si stanno dimenticando. Come ha denunciato Save the Children sono circa 3,7 milioni i bambini siriani nati durante il conflitto e in tutto 5,8 minori vivono esposti alle conseguenze della guerra. La loro infanzia è segnata, per un bambino su 4 ci sono già gravi danni alla salute mentale, a causa degli incubi terribili che li svegliano durante la notte o delle paure ricorrenti delle bombe e del rumore degli aerei. Ma il bollettino continua: due bambini su tre hanno perso almeno uno dei loro cari, mentre quasi 2 scuole al giorno sono state danneggiate o distrutte (in tutto 4mila).

"I bambini siriani stanno drammaticamente perdendo la loro infanzia e il loro futuro. La loro quotidianità, come ci raccontano anche le ultime testimonianze che giungono dalla città assediata di Raqqa, continua a essere scandita dalle bombe, dalle esplosioni e dalle esecuzioni alle quali sono costretti ad assistere inermi"- ha detto Giusy De Loiro, responsabile Media e Celebrities dell'organizzazione – "Senza ricevere un’educazione, costretti a lavorare sin da piccolissimi per sopravvivere, o a sposare uomini molto più grandi di loro pur di avere qualcuno che possa prendersi cura di loro”. 

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