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Yara Gambirasio, Fikri denuncia: “Sono stato lasciato solo dalla giustizia”

Mohammed Fikri, l’operaio marocchino sotto indagine per oltre due anni per l’omicidio della ragazzina di Brembate, parla di se stesso come di una persona “marchiata a vita”. Anche dopo l’archiviazione del suo fascicolo nessuno gli permette di lavorare.
A cura di Susanna Picone
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Mohammed Fikri, l’operaio marocchino il cui nome è legato all’omicidio della giovane Yara Gambirasio, torna a far sentire la sua voce in un’intervista concessa al Corriere della Sera. L’uomo, che è stato indagato prima per l’omicidio di Yara e poi per favoreggiamento, è finito anche in manette per un delitto che però non avrebbe mai commesso. Dopo due anni e mezzo di indagine, infatti, Fikri è uscito definitivamente dal caso Yara. Ma nonostante ciò, denuncia l’operaio, la sua vita è cambiata radicalmente. Ed è cambiata in peggio in quanto adesso, che si trova in Italia a casa di un amico, non riesce a trovare a lavoro e dunque a rinnovare il permesso di soggiorno. In più, denuncia l’uomo, c’è ancora chi gli chiede se davvero non avesse mai conosciuto la piccola Yara.

Fikri si sente marchiato dal caso Yara, segnato dall’accusa di aver avuto un ruolo nell’omicidio della giovane. Al quotidiano l’operaio ha raccontato delle diverse richieste di lavoro fatte in giro e della convinzione che molti dei “no” incassati siano dovuti proprio al suo nome e alla sua storia. E ha raccontato di non poter rinnovare il permesso di soggiorno fin quando non avrà un lavoro. L’uomo ha parlato di una signora di un’agenzia che a Padova gli ha detto, a proposito di un lavoro: “Secondo me nessuno si fida a dartelo, devi avere qualcuno che garantisca per te”. Per questi motivi Fikri, che durante le indagini aveva fatto sapere di essere stato abbandonato anche dalla fidanzata e dagli amici, denuncia di essere stato lasciato solo dalla giustizia. E ribadisce la sua intenzione di chiedere un risarcimento allo Stato: “Ho perso molte cose”.

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