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Wrestling in lutto: è morto King Kong Bundy, aveva 61 anni

Un autentico mito del wrestling targato anni 80 e 90, un gigante da 212 kg che aveva imperversato sui ring sfidando altre leggende come Andrè The Giant e Hulk Hogan. Cristopher Alan Pallies – questo il suo vero nome all’anagrafe – aveva 61 anni.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il mondo del Wrestling è in lutto e piange la scomparsa di uno dei suoi storici ‘giganti', di nome e di fatto: Cristopher Alan Pallies, ricorsdato da tutti con il nickname di "King Kong Bundy". Uno dei personaggi del ring più amati e seguiti tra gli anni 80 e 90 quando divennero memorabili le sfide e la rivalità con altri miti del wrestling, come ‘Hulk' Hogan e André ‘The Giant'. Cristopher Alan Pallies si è spento all'età di 61 anni e aveva disputato il suo ultimo incontro ufficiale nel lontano 2006. King Kong Bundy non c'è più, il gigante di 212 chili che imperversava sul ring ad esaltare i suoi tantissimi fan con la classica tenuta da lottatore che lo caratterizzava, una salopette nera elasticizzata che ne metteva in risalto l'imponenza è scomparso all'età di 61 anni.

Pallies era un vero  e proprio mito per tutti gli appassionati, gareggiando anche dalla vecchia Wwf (World Wrestling Federation), oggi chiamata Wwe. Il suo momento migliore lo raggiunse a fine anni Ottanta e ad inizio dei 90 quando ebbe importanti rivalità con gli idoli di quell’epoca, quali Hulk Hogan e André The Giant.

King Kong sparì dalle scene per qualche anno e poi tornò in Wwe nel 1994, senza avere lo stesso successo di qualche anno prima per lo sviluppo che il wrestling e i suoi protagonisti avevano avuto nel corso del tempo: i ritmi più veloci e le nuove tecniche lo penalizzarono senza dargli ancora successi importanti. suo ultimo match risale al 2006, contro Jim Duggan, poi intraprese una carriera da attore brillante.

Il marchio di fabbrica di King Kong Bundy era schienare l'avversario e rimanergli addosso senza pietà oltre il tempo regolamentare. Per vincere il match, infatti, bastava  riuscire a tenere sul tatami di schiena il proprio avversario per soli 3 secondi: Pallies pretendeva che l'arbitro contasse fino a 5, per dimostrare la propria superiorità e fare impazzire i suoi fan

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