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Perché una donna ha il diritto di comunicare la gravidanza quando desidera? Il parere della psicologa

Le foto uscite sul settimanale “Chi” che ritraggono Giulia De Lellis, presumibilmente incinta, sono una violazione della privacy del corpo di una donna, che ha il diritto di comunicare la sua gravidanza quando e come vuole, a parlarne a Fanpage.it è stata la psicologa Robbiani.
Intervista a Maria Isabella Robbiani
Psicologa e psicoterapeuta specializzata in accompagnamento perinatale e PMA, Presidente del Movimento Italiano Psicologia Perinatale (MIPPE)
A cura di Sophia Crotti
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Giulia De Lellis
Giulia De Lellis _ Getty

È Giulia De Lellis l'ultima vittima della spasmodica caccia al pancino sospetto. Prima di lei Aurora Ramazzotti, che si è esposta sui social per difenderla, Annalisa che, osando non scendere le scale del Festival di Sanremo 2024 non solo scatenò la rabbia di chi l'aveva in squadra al FantaSanremo ma anche le voci di chi, per quel dettaglio si convinse che era incinta.

Il corpo delle donne, siano attrici o influencer, sembra essere il soggetto preferito dall'obiettivo dei paparazzi, il loro orologio biologico l'unico accessorio che ciascuno di noi ha al polso e l'annuncio della loro gravidanza un diritto che si arrogano i loro fedelissimi followers, avidi di notizie da chi, come il caso Ferragni-Balocco dovrebbe averci insegnato, non ci racconta proprio tutto come vuole farci credere (giustamente).

Abbiamo chiesto alla Psicologa e psicoterapeuta specializzata in accompagnamento perinatale e PMA, Presidente del Movimento Italiano Psicologia Perinatale (MIPPE) Maria Isabella Robbiani di spiegarci perché il mondo sia tanto ossessionato dalle gravidanze degli altri e cosa provoca alla psiche delle donne perdere anche il diritto di annunciare la gravidanza quando desiderano.

dott.ssa Maria Isabella Robbiani, psicologa e psicoterapeuta specializzata in accompagnamento perinatale e PMA, Presidente del Movimento Italiano Psicologia Perinatale (MIPPE). Credits: Elisabetta Lizzy Furnó Photography
dott.ssa Maria Isabella Robbiani, psicologa e psicoterapeuta specializzata in accompagnamento perinatale e PMA, Presidente del Movimento Italiano Psicologia Perinatale (MIPPE). Credits: Elisabetta Lizzy Furnó Photography

Perché quando si parla di donne vip sembrano essere tutti a caccia del pancino sospetto, totalmente ossessionati dal corpo delle donne?

Credo perché ci sia moltissima curiosità sociale rispetto alle gravidanze dei vip. Le loro gestazioni risultano degli scoop interessanti, proprio perché loro cercano di mantenerle segrete il più possibile. Si tratta però, a tutti gli effetti, di un'invasione dello spazio personale e decisionale delle donne. Ogni volta che si pubblica un articolo o una foto dal titolo "il pancino sospetto" ci si dimentica che dietro a quel contenuto c'è una persona con una storia personale e un tempo che deve essere rispettato.

Cosa provoca alla psiche delle donne vedere la loro gravidanza annunciata da altri?

Esporre prima del tempo una gravidanza non ancora annunciata è innanzitutto una violazione emotiva, significa entrare senza permesso in una stanza in costruzione. Le donne hanno bisogno di tempo per comunicare la gravidanza, perché i primi mesi di gestazione vengono vissuti come un'alternanza tra speranze e paure, si tratta dunque di un tempo fragile in cui le donne hanno bisogno di capire cosa sta accadendo dentro di loro, prima di condividerlo. Dunque la gravidanza non è una notizia da anticipare, ma un momento di trasformazione profonda da rispettare, piena di ambivalenze.

Vi sono anche rischi dal punto di vista biologico che il silenzio cerca di tutelare?

Certo c'è una prudenza biologica legata al rischio e alla vulnerabilità del corpo di mamma e bambino. La gravidanza ad un certo punto diventa un fatto sociale, quando il pancione è più pronunciato e il corpo della donna non nasconde più il suo stato, ma prima c'è un periodo di estrema incertezza, caratterizzato dall'alto rischio di abortività, dalle diagnosi precoci, dalla decisione da parte di una donna di interrompere una gravidanza indesiderata. La donna ha il diritto di vivere tutto questo senza veder esposta al mondo una sua condizione del tutto intima. Ed è il suo stesso corpo a raccomandarglielo, non a caso si parla di "pancino" sospetto, un cambiamento che nei primi mesi non è tanto pronunciato da obbligare la donna a raccontarsi.

Senza contare che decidendo di comunicare la gravidanza per conto della donna le si nega il diritto di scegliere insieme al proprio partner come raccontare la propria maternità. Credo si dimentichi che questa comunicazione è affettiva e non mediatica.

Inoltre su quel pancino sospetto si ipotizza una gravidanza, ma potrebbe nascondere ben altro…

Mi viene in mente Lady Diana che prima di morire venne immortalata in costume e morì portando con sé il dubbio istillato dal gossip della sua presunta gravidanza. Queste fantasie che aleggiano attorno al corpo delle donne le privano del diritto di essere loro stesse e mostrare il loro corpo per quello che è. Non è una notizia una parte del corpo mutevole ed esposta, che potrebbe raccontare mille storie diverse. De Lellis potrebbe avere l'endometriosi, potrebbe star vivendo un periodo di preparazione alla PMA, una qualsiasi condizione che con queste foto la si obbliga a mettere in piazza.

Aurora Ramazzotti nel parlare dell'attacco mediatico che venne fatto a lei nell'attesa della sua gestazione ha detto che a volte si intende la violazione della privacy dei vip il loro prezzo da pagare, è così?

Io non credo che parlare di un personaggio pubblico arroghi ai media e alla stampa il diritto di invadere il loro spazio personale, non si tratta di un messaggio sano. Si tratta sempre di lavoratrici che possono scegliere quando e come comunicare la loro gravidanza.

Forse il fatto che a differenza di una malattia la gravidanza venga messa in piazza dai media è legato anche al falso mito che la ritiene una notizia sempre gioiosa da dare?

Certo potrebbe essere, queste foto forse sono uscite proprio perché chi le ha scattate è ancora convinto che la gestazione sia sempre e solo un momento bello da condividere. Tutto questo dipende dalla convinzione che la gravidanza sia un fatto sociale, come in parte è, perché la donna dà vita a un bambino che si manifesterà nel mondo, ma quel bimbo è ancora in uno spazio troppo intimo se la donna ha deciso di non comunicare la sua esistenza. Fare supposizioni sullo spazio intimo delle donne è la violazione di un loro spazio sacro che esiste per tutte, a prescindere dalla propria esposizione pubblica.

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