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Perché i bambini adorano parlare di cacca, sederi e puzzette: la spiegazione della psicologa

I bambini si divertono un mondo a parlare di argomenti “sconvenienti” come deiezioni e rumori corporei, ma per gli esperti questo interesse fa parte del normale sviluppo del linguaggio e della curiosità verso il proprio corpo. Secondo la psicologa Catherine E. Wood, ridere di questi “tabù” aiuta a conoscerlo meglio, favorisce il senso di appartenenza e può persino diventare occasione educativa, a patto che gli adulti guidino i piccoli con equilibrio e un linguaggio corretto.
A cura di Niccolò De Rosa
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Chiunque passi un po' di tempo con bambini piccoli sa benissimo che poche cose li divertono quanto le battute su cacca, sederi e puzzette. Un universo di parole proibite che scatena risate incontenibili, al punto da ispirare decine di libri per l'infanzia dedicati proprio a questi temi. Ma cosa si nasconde dietro questa irresistibile attrazione per argomenti che gli adulti ritengono bassi e triviali? E perché sembra che tale interesse possa attraversare l'infanzia intera, dai due anni fino alle soglie dell'adolescenza? A rispondere è la psicologa clinica e docente australiana Catherine E. Wood, che in una riflessione pubblicata su The Conversation ha provato a spiegare le radici psicologiche e relazionali di questo fenomeno tanto innocente quanto curioso.

Da Freud alla scoperta del corpo

Per comprendere l'interesse dei bambini verso tutto ciò che riguarda il corpo e le sue funzioni, Wood suggerisce di riprendere in mano l'opera di Sigmund Freud e alla sua teoria dello sviluppo psicosessuale. Secondo il padre della psicoanalisi, infatti tra il primo e il quarto anno di vita i bambini attraversano la cosiddetta "fase anale" durante la quale i piccoli imparano a controllare i propri bisogni fisiologici.  In questo periodo, la conquista dell'autonomia — data dalla possibilità di decidere se trattenere o lasciare andare le proprie esperienze — diventa per i bambini una delle prime esperienze di potere e controllo. Si tratta di un passaggio complesso – Freud verrà contestato da molti dei suoi successori – ma secondo Wood tale intuizione rimane valida per capire come  il corpo, e in particolare il suo funzionamento, rimanga al centro della curiosità infantile.

Durante la prima infanzia i bambini imparano a conoscere il proprio corpo, incluse tutte quelle esperienze legate alle deiezioni e ai rumori fisiologici
Durante la prima infanzia i bambini imparano a conoscere il proprio corpo, incluse tutte quelle esperienze legate alle deiezioni e ai rumori fisiologici

Intorno ai due o tre anni, i bambini iniziano a esplorare il proprio corpo con crescente consapevolezza. Ogni nuova sensazione, dal pancino che brontola all'odore che cambia, diventa motivo di meraviglia. In questa fase, mentre il linguaggio si arricchisce giorno dopo giorno, i piccoli esercitano la parola parlando di ciò che conoscono, anche se spesso in modo buffo o ripetitivo. Ridere dei propri rumori corporei, spiega Wood, è anche un modo per familiarizzare con l'idea che il corpo sia vivo, dinamico e imprevedibile. E se le puzzette appaiono così divertenti, è perché rappresentano qualcosa di universale ma al tempo stesso "vietato": una piccola infrazione alle regole sociali che suscita piacere e curiosità.

Il potere della risata e la reazione degli adulti

Con l'ingresso nella scuola primaria, la fascinazione per cacca, organi genitali e sederi assume un'altra dimensione. Parlare di questi argomenti diventa infatti un modo per provocare e osservare la reazione degli adulti. Il bambino scopre che può far ridere i compagni e persino mettere in difficoltà mamma e papà semplicemente pronunciando una parola "proibita". In questa situazione le risate altrui diventano un potente rinforzo, poiché il linguaggio "scorretto" non solo diverte, ma crea complicità con l'interlocutore. Come sottolinea Wood, anche questo tipo di umorismo infantile ha quindi un ruolo sociale importante, perché favorisce la connessione e il senso di appartenenza. Anzi, in certi casi, suggerisce la ricercatrice, può persino trasformarsi in un'occasione educativa, utilizzando ad esempio l'argomento scatologico per affrontare temi quotidiani come l'alimentazione sana o il funzionamento dell'intestino.

I bambini piccoli spesso trovano divertenti argomenti che provocano reazioni "scandalizzate negli adulti"
I bambini piccoli spesso trovano divertenti argomenti che provocano reazioni "scandalizzate negli adulti"

Certo, ricorda la stessa Wood, per quanto si tratti di un comportamento comprensibile, per certi versi, accettabile, questa forma "d'intrattenimento" deve comunque essere regolata e disciplinata. Quando le battute diventano insistenti o sconvenienti, è utile ricordare ai piccoli come esistano contesti diversi per ogni tipo di linguaggio. Spiegazioni semplici e coerenti (per esempio: "Non parliamo di cacca mentre mangiamo") fanno capire come certe cose si possano dire solo in determinati momenti e mai per insultare qualcun altro: in questo modo si educa al rispetto altrui, senza però trasformare l'argomento in un tabù.

Secondo la psicologa australiana, il modo migliore per affrontare questo periodo rimane quello di mantenere un atteggiamento aperto e usare la terminologia corretta per descrivere parti del corpo e funzioni fisiologiche. Questo approccio, ha concluso Wood, non solo sdrammatizza la questione, ma può portare anche un beneficio a lungo termine, poiché prepara il terreno per quando si dovranno affrontare temi più complessi come la pubertà e la sessualità.

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