Per molti genitori l’estate è la stagione più stressante: i 5 consigli dell’esperta per evitare il burnout

L’estate, nell’immaginario collettivo, è sinonimo di giornate senza pensieri, gite al mare e barbecue in giardino. Eppure, per tanti genitori che lavorano, questa stagione si rivela tutt'altro che rilassante. Con le scuole chiuse, le routine che saltano, i servizi di babysitting che scarseggiano e la pressione – spesso autoimposta – di regalare ai figli "ricordi estivi perfetti", il periodo può trasformarsi in un vero terreno minato per la salute mentale.
Secondo l'inglese Amy Brann, esperta di neuroscienze applicate che ha recentemente dedicato un articolo all'argomento sull'HuffPost UK, dietro a questa fatica non ci sono solo questioni pratica: esistono anche motivi neurologico che spiegano perché l’estate può risultare così estenuante. Il cervello, infatti, risponde allo stress non solo di fronte a eventi drammatici o scadenze di lavoro, ma anche davanti al cambiamento. E l'estate è piena di cambiamenti.
Le "insidie" psicologiche dell'estate per i genitori
Il primo punto critico è la necessità di prevedibilità. Il nostro cervello – in particolare la corteccia prefrontale, responsabile della pianificazione e della regolazione emotiva – lavora in modo più efficiente con routine consolidate. Quando la scuola finisce e gli orari saltano, il cervello deve colmare continue incertezze, un lavoro cognitivo extra che ci sfianca. C'è poi la questione della decision fatigue, la fatica di prendere decisioni. Durante l’anno scolastico molte scelte sono già automatizzate: cosa mettere nel lunch box, a che ora andare a letto, chi va a prenderli a scuola. In estate, invece, ogni giorno richiede nuove risposte ("Chi guarda i bambini?", "Li iscrivo al campo estivo?"). Questo sovraccarico decisionale non solo consuma le risorse mentali, ma aumenta anche il cortisolo, l'ormone principale dello stress.

Infine, si innesca un vero e proprio circolo vizioso di colpa e stress. Secondo gli studi citati da Brann, quando i genitori sentono di non riuscire a soddisfare le aspettative – sul lavoro, in famiglia, o nel creare la giusta "magia estiva"– il cervello registra la situazione come una minaccia. L'amigdala, centro della paura, si attiva generando stress e minando concentrazione e memoria. I social, con i loro album di vacanze perfette, non fanno che stringere ulteriormente questa morsa.
I 5 consigli per evitare il burnout estivo
La buona notizia, spiega Amy Brann, è che riconoscendo cosa succede al cervello possiamo mettere in atto strategie concrete per ridurre lo stress e proteggere la nostra salute mentale. Ecco i cinque consigli chiave che l’esperta offre ai genitori per affrontare l’estate senza crollare.

- Abbassare le aspettative (e il cortisolo): il nostro cervello non distingue tra un pericolo mortale e un’agenda che non smette di riempirsi. Per questo, semplificare gli impegni – anche solo dicendo “no” a un evento alla settimana – manda un messaggio chiarissimo al sistema nervoso: "Sei al sicuro". Come sintetizza Brann, "Permesso di avere un’estate noiosa? Concesso". In pratica, meno attività programmate significano meno stress.
- Introdurre rituali di ancoraggio: anche nel caos, poche abitudini quotidiane possono restituire un senso di controllo. Può trattarsi di una colazione in famiglia, di una passeggiata di dieci minuti dopo cena o di un’ora senza schermi prima di dormire. Questi rituali danno stabilità alla corteccia prefrontale, aiutandoci a regolare umore e stress. Ad esempio, una famiglia potrebbe decidere che ogni sera si raccontano le cose belle della giornata prima di spegnere le luci.
- Raggruppare e organizzare le decisioni: per ridurre la fatica decisionale, Brann consiglia di scegliere un giorno – la domenica sembra il più congegnale – per pianificare in un'unica soluzione tutti gli aspetti più rilevanti della settimana, dai pasti al calendario per le attività dei bambini, passando per gli outfit con cui andare in ufficio. Ogni decisione evitata sul momento libera energia mentale per gestire imprevisti più importanti.
- Muovere il corpo per cambiare il cervello: l'attività fisica ha un effetto diretto sui livelli di stress: aumenta le endorfine e riduce il cortisolo. Non serve un allenamento completo, ma bastano anche solo 15 minuti di passeggiata con i figli o una breve sessione di stretching mentre guardano un cartone. Anche un piccolo movimento quotidiano può funzionare come una valvola di sfogo preziosa.
- Dare un nome alle emozioni: una delle strategie più veloci per calmare il cervello è riconoscere e nominare ciò che si prova. Brann spiega che dire a se stessi frasi come "Mi sento sopraffatto" attiva la corteccia prefrontale e riduce l’attività dell’amigdala. In altre parole, etichettare le emozioni aiuta a regolarle. Un genitore potrebbe ad esempio fermarsi un attimo, respirare e dirsi: "Oggi mi sento stressato, ma posso affrontarlo un passo alla volta".