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Niente tablet, niente urla: la nuova sfida dei genitori in missione per educare i figli al ristorante

Contrariamente alla narrazione diffusa di genitori disinteressati e bambini maleducati, cresce il numero di mamme e papà che scelgono di educare i figli a stare al ristorante con rispetto e partecipazione, senza l’aiuto di tablet o smartphone: “Vogliamo che i nostri figli abbiano dei confini chiari e non crescano pensando che un iPad sia parte del pasto”
A cura di Niccolò De Rosa
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Nell'era degli schermi onnipresenti, c’è un gruppo crescente di genitori che ha scelto una strada diversa. Invece di placare i propri figli con tablet e smartphone, queste mamme e papà stanno insegnando loro a stare a tavola con educazione, partecipazione e rispetto – anche fuori casa. L'ambizioso obiettivo è quello di trasformare la cena fuori in un momento di condivisione familiare e crescita sociale, senza urla, distrazioni digitali o compromessi.

A intercettare questa nuova tendenza è stato il New York Post, il quale ha raccolto alcune testimonianze di chi ha abbracciato tale filosofia per contrastare le tante iniziative childfree che si stanno diffondendo tra ristoratori e albergatori (anche in Italia) e, allo stesso tempo, insegnare ai più piccoli a partecipare a un importante momento di socialità senza necessariamente finire con gli occhi incollati a uno schermo

Tablet e smartphone banditi

Jamie Boxer, mamma trentaseienne di Brooklyn e logopedista, ha fatto del “restaurant training” una vera missione. Insieme ai suoi due bambini piccoli, frequenta locali di tendenza, rigorosamente senza l'aiuto di tablet o telefoni. "Se imparano fin da piccoli a godersi un’uscita senza schermi, sapranno comunicare e connettersi davvero con gli altri", ha spiegato Boxer. Il momento del pranzo o della cena in un ristorante è infatti un'occasione di condivisione dove i piccoli non solo hanno l'opportunità di scoprire nuovi sapori, ma, soprattutto, imparano l'arte della conversazione a tavola, costruendo ricordi ed esperienze che rafforzano i legami con genitori ed eventuali fratelli o sorelle. Tutte cose che vengono meno se il bambino si isola immergendosi nelle immagine trasmesse da uno schermo.

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La tendenza nasce infatti (anche) come reazione al fenomeno dei cosiddetti iPad Kid, bambini che trascorrono ore e ore davanti agli schermi, a scapito dello sviluppo emotivo e sociale. Non solo. Secondo un sondaggio citato dal Post, i genitori litigano mediamente per 96 ore l’anno con i figli a causa dello schermo. E il 67 percento di loro teme di perdersi momenti preziosi proprio a tavola.

Il pasto in famiglia come momento educativo

Anche Rosdaly Ramirez, mamma nel Bronx di tre bambini tra i 2 e i 7 anni, ha ammesso in passato di aver usato usavamo i telefoni per tenere buoni i figli, tuttavia con il tempo lei e il marito si sono resi conto che quegli apparecchi stavano rubando del tempo di qualità da passare in famiglia. Da allora, la tecnologia è stata bandita da casa e ristoranti, sostituita da giochi interattivi e chiacchiere. "Così imparano a conoscere il mondo e se stessi", ha affermato Ramirez, sottolineando come i luoghi pubblici – ristoranti, bar, centri commerciali – siano un'ottima palestra per insegnare ai più piccoli a stare in mezzo agli altri, comportandosi con educazione e rispetto verso il prossimo.

C'è poi chi prepara i figli con vere e propri "discorsi di incoraggiamento" prima di entrare in un locale, come Danielle Currie, madre di tre figli in Florida. "Vogliamo che i nostri figli abbiano dei confini chiari e non crescano pensando che un iPad sia parte del pasto" ha affermato la madre al Post. Anche Ashley McCarley, dall’Alabama, è convinta della necessità di non ipnotizzare i piccoli con uni schermo: "La noia spinge i bambini a essere creativi, a parlare, a ordinare da soli".

A Manhattan, l’esperta di galateo Myka Meier ha invece lanciato una serie di corsi per insegnare le buone maniere ai bambini sotto i sei anni: "Allenare i figli al ristorante restituisce ai genitori la loro vita sociale. C’è meno stress e più divertimento, senza schermi".

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