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La musica può aiutare i bambini con danni celebrali: la speranza in una nuova terapia sperimentale

Un nuovo strumento basato sulla musica potrebbe rivoluzionare la valutazione della coscienza nei bambini con gravi lesioni cerebrali: si chiama MuSICCA e permette ai terapisti di osservare le reazioni dei piccoli pazienti a stimoli musicali personalizzati, offrendo indicazioni preziose per medici, caregiver e famiglie. La sperimentazione necessita ancora di tempo per essere messa a punto, ma secondo i ricercatori i primi risultati sono decisamente incoraggianti.
A cura di Niccolò De Rosa
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Capire quanto un bambino con gravi danni cerebrali sia cosciente è una delle sfide più difficili per medici, terapisti e famiglie. I segnali sono minimi, spesso ambigui, e la mancanza di strumenti specifici rende tutto ancora più complesso, tuttavia una nuova ricerca potrebbe rappresentare un punto di svolta: la musica, con la sua forza comunicativa e la capacità di attivare aree profonde del cervello, si sta infatti rivelando uno strumento prezioso per valutare lo stato di coscienza nei piccoli pazienti. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, che presenta un innovativo strumento di valutazione sviluppato da un team internazionale di esperti.

La musica come strumento di indagine

MuSICCA, acronimo di Music therapy Sensory Instrument for Cognition, Consciousness and Awareness, è lo strumento messo a punto da ricercatori dell’Anglia Ruskin University (Regno Unito), del centro riabilitativo The Children's Trust e della Temple University (Stati Uniti). Si tratta di un approccio completamente nuovo che utilizza la musica dal vivo come stimolo per valutare la coscienza in bambini dai due ai diciotto anni con disordini della coscienza.

Il principio è semplice ma potente: il terapista musicale propone brani scelti su misura per il paziente e ne modula ritmo, intensità e melodia in tempo reale, osservando le reazioni del bambino. Non si tratta solo di ascolto passivo, ma di un’interazione sottile in cui anche un piccolo movimento, un cambio di espressione o una variazione nella respirazione possono essere segnali significativi.

Perché serve uno strumento così?

Valutare la coscienza nei bambini è molto più complesso che negli adulti. I processi neuroevolutivi in corso, le diverse fasi dello sviluppo e la variabilità individuale rendono difficile distinguere una risposta consapevole da un semplice riflesso automatico. Inoltre, i bambini con disordini della coscienza sono spesso completamente dipendenti dagli adulti per ogni necessità quotidiana, dall'alimentazione alla cura dell'igiene, fino allo stessi movimento. Comprendere anche solo in parte il loro stato di coscienza può fare la differenza tra un’assistenza standardizzata e una cura realmente centrata sui bisogni della persona.

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Secondo il dottor Jonathan Pool, firma principale dello studio e ricercatore senior presso l’Istituto di Ricerca in Musicoterapia di Cambridge,"MuSICCA permette di osservare con rigore come un bambino risponde a diversi stimoli musicali, offrendo così un quadro più chiaro del suo livello di coscienza. È un’informazione preziosa per tutto il team di cura e aiuta anche le famiglie a comprendere meglio come supportare il recupero del proprio figlio".

Un metodo efficace e condiviso

Per validare lo strumento, il team di ricerca ha coinvolto terapisti musicali, operatori sanitari e familiari di bambini con lesioni cerebrali. Dopo una dimostrazione pratica dell’utilizzo di MuSICCA, i partecipanti hanno risposto a una serie di domande per valutarne l'efficacia e l'adeguatezza. Tutti hanno riconosciuto il valore dello strumento, e l’85 percento ha espresso un forte accordo con le affermazioni che lo considerano adatto e utile per valutare la coscienza nei bambini.

Tra i punti di forza emersi durante lo studio ci sono la capacità di coinvolgere attivamente i caregiver, la chiarezza nella comunicazione dei risultati e la possibilità di integrare le osservazioni musicali con altri dati clinici. "Non è solo una questione di diagnos", sottolineano gli esperti, "ma anche di umanizzazione della cura: attraverso la musica, il bambino torna a essere una persona con emozioni, preferenze e, forse, una forma di consapevolezza che va oltre ciò che è visibile".

Spezzare il silenzio e tornare a comunciare

In un contesto in cui il silenzio può sembrare assoluto, la musica si propone come un linguaggio alternativo, capace di superare le barriere imposte dalla malattia. MuSICCA non è solo uno strumento di valutazione, ma anche un modo per costruire un ponte tra il mondo interno del bambino e chi se ne prende cura. Un ponte fatto di suoni, emozioni e possibilità. Il prossimo passo, hanno chiarito i responsabili della sperimentazione, sarà di ampliarla ulteriormente, affinandone il protocollo e promuovendo l’adozione di MuSICCA nei centri di cura specializzati. Ma le basi sembrano solide, e il potenziale, secondo i ricercatori, è enorme. Perché a volte, per ascoltare davvero, basta saper  "sentire" al di là delle parole.

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