“Se il bimbo non tiene il tempo a ritmo di musica potrebbe avere disturbi del linguaggio”: lo studio
Il linguaggio per i bambini è come musica. A rivelarlo è stato un gruppo di genetisti del Vanderbilt University Medical Center che ha scoperto una stretta connessione tra le capacità linguistiche degli esseri umani e le competenze in ambito musicale.
La stretta correlazione tra ritmo e linguaggio
I ricercatori del Vanderbilt University Medical Center hanno analizzato il DNA di 397 bambini e 606 adulti per verificare se vi fosse una connessione tra la capacità di tenere il ritmo degli esseri umani e le competenze linguistiche. I massimi esperti di genetica e musica hanno collaborato, nella ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Nature Human Behaviour" per trovare una risposta a questa domanda, facendo così una scoperta rivoluzionaria: la perfetta sovrapposizione genetica di base tra abilità musicali come la capacità di seguire il ritmo e abilità di linguaggio.
I bambini e gli adulti meno in grado di percepire le vibrazioni che la musica sa trasmettere, avevano con più possibilità disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, tra cui la dislessia. Avevano infatti difficoltà nel parlato, nella lettura, e nelle competenze grammaticali, dall'età prescolare sino all'età adulta. Questo perché gli studiosi hanno identificato una stretta associazioni tra la percezione del ritmo, la sincronizzazione del battito cardiaco e le competenze linguistiche degli individui. Al contrario, se le varianti geniche di bimbi e adulti permettevano loro di tenere perfettamente il ritmo di ogni melodia, le stesse li aiutavano anche a prendere voti più alti nei test di lingua o nelle prove di lettura.
Ben 16 regioni del genoma degli individui che hanno preso parte allo studio risultavano, infatti, sovrapposte tra le competenze ritmiche e quelle linguistiche degli individui.
I benefici della scoperta
Che udito e capacità motorie degli esseri umani fossero strettamente connessi era già noto alla scienza, come particolarità dell'evoluzione del cervello umano, spiega la dottoressa Reyna Gordon, una delle firmatarie della ricerca.
Tuttavia, questo studio specifico, è molto importante nel campo, dal momento che andando a fondo nello studio sulla comprensione delle origini della musicalità e della comprensione si può anticipare la diagnosi di dislessia nei bambini per esempio.
Gli studiosi, infatti, fanno sapere che la consapevolezza della stretta relazione tra ritmo e competenze linguistiche, potrebbe portare a rilevare precocemente il rischio che il bimbo soffra di disturbi specifici dell'apprendimento o ritardi nel linguaggio. Non solo, sarà possibile anche personalizzare i trattamenti di base per aiutare i più piccoli, magari a suon di musica.