La carenza di sonno di qualità alimenta la violenza tra gli adolescenti: colpa di contesti ostili e poca serenità

Crescere in un contesto segnato da violenza non compromette soltanto il senso di sicurezza degli adolescenti, ma anche la qualità del loro sonno. È quanto emerge da uno studio condotto dal gruppo americano Mass General Brigham e pubblicato sulla rivista SLEEP, che ha analizzato il legame tra esposizione a episodi violenti, carenza di riposo notturno e comportamenti aggressivi nei ragazzi tra i 14 e i 19 anni. "Il sonno non è solo un’abitudine individuale, ma riflette anche la stabilità e la sicurezza delle comunità in cui vivono i nostri figli", ha spiegato la pediatra e chirurga Cornelia Griggs, autrice principale della ricerca.
L'indagine si è basata sui dati raccolti dal Youth Risk Behavior Survey dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) per gli anni 2019, 2021 e 2023. Sono state considerate le risposte di oltre 44mila adolescenti a domande riguardanti le ore di sonno, gli eventuali episodi di violenza ai quali avevano assistito (sparatorie, pestaggi, accoltellamenti ecc…) e le condotte rischiose adottate, come portare un'arma o partecipare a una rissa. Il quadro che ne è emerso ha mostrato come il 77 per cento dei ragazzi coinvolti non dorme quasi mai le otto-dieci ore raccomandate durante le notti scolastiche, e un 10 per cento non supera addirittura le quattro ore di riposo notturno.
Lo strano rapporto tra sonno e comportamenti violento
L'analisi ha rivelato un legame diretto tra mancanza di sonno e contatto con episodi violenti. I giovani che dormono quattro ore o meno per notte hanno una probabilità quasi tripla di assistere a fenomeni di violenza nel quartiere rispetto a chi riposa più a lungo. Lo stesso schema si ripete sul fronte dei comportamenti: meno sonno equivale a più rischio di portare armi, di litigare fisicamente, di saltare la scuola per paura o di subire minacce e aggressioni all’interno degli istituti. "Questi dati mostrano come il sonno insufficiente possa alimentare cicli di violenza difficili da spezzare", ha osservato Rebecca Robbins, ricercatrice del Brigham and Women’s Hospital.

Il lavoro dei ricercatori ha però fatto emergere anche un altro dato ancora più sorprendente. Se infatti il poco riposo sembra aumentare la probabilità che i ragazzi entrino in contatto con la violenza, anche dormire troppo sembra palesare un segnale di disagio. Stando ai dati raccolti, infatti, la piccola minoranza di adolescenti (1,6 per cento ) che dorme oltre dieci ore per notte ha mostrato comunque una maggiore esposizione a violenza e una più alta probabilità di comportamenti aggressivi. Secondo Robbins, una spiegazione plausibile di questo fenomeno potrebbe risiedere nella presenza di disturbi del sonno, ansia o depressione, condizioni che spingono a dormire di più ma non garantiscono un riposo ristoratore. "Dormire di più non significa necessariamente dormire meglio", ha sottolineato la studiosa.
Le prospettive: comunità più sicure per ragazzi più sereni
Il team di ricerca intende approfondire in particolare il ruolo della violenza armata e i suoi effetti sul sonno degli adolescenti, oltre a indagare i meccanismi con cui la deprivazione di riposo può incoraggiare atteggiamenti aggressivi. Parallelamente, è già in corso una collaborazione con le comunità locali per sviluppare programmi che promuovano il sonno sano e sostengano i ragazzi nel gestire il trauma legato alla violenza quotidiana. Ridurre il rumore notturno, limitare la violenza di strada e offrire spazi sicuri sono quindi alcune delle misure suggerite dagli esperti. Obiettivi ambiziosi, ma necessari: perché un sonno interrotto non è soltanto un problema di salute, bensì il riflesso di un contesto sociale che segna profondamente il futuro degli adolescenti.