Il trucco della terapeuta per smorzare sul nascere i capricci: “Basta una semplice domanda”

Capita a tutti i genitori: rientrare a casa stanchi, con i figli affamati e nervosi, e ritrovarsi in pochi minuti in una situazione ingestibile. I capricci – o quei meltdown che rendono i bambini incontrollabili e inconsolabili – sono momenti di grande stress per adulti e bambini. Ma esiste un modo per interrompere sul nascere queste crisi? Una tecnica semplice e alla portata di tutti sta facendo discutere ed è stata rilanciata da una terapeuta si social, riscuotendo curiosità ed entusiasmo tra molti genitori.
Molti adulti, davanti a un capriccio, provano a parlare al bambino, spiegando e ragionando su ciò che sta accadendo. Ma chi ha figli piccoli sa bene quanto questo approccio analitico non sempre porti i frutti sperati. Anzi, più si cerca di convincerli, più sembrano infuriarsi. Secondo la terapeuta Jo Walker, recentemente diventata virale su TikTok, la ragione è neurologica: "Quando un bambino è in preda a una crisi di capricci, il suo cervello arciaco, quello che si attiva per innescare i meccanismi di sopravvivenza, prende il sopravvento, mentre la parte pensante va offline". In pratica, logica e linguaggio non servono: il bambino non è in grado di ascoltare o ragionare.
Il trucco della "domanda a sorpresa"
Per scongiurare questo punto di non ritorno Walker ha dunque proposto un’alternativa semplice e, secondo molti, efficace: fare una piccola domanda "fuori tema", che non c’entri nulla con il capriccio. Ad esempio: "Ehi, ho notato il tuo cappellino: dove l'hai comprato?" oppure "Che animale c'è sulla tua maglietta?". Questa domanda inaspettata sposta l’attenzione del bambino e lo aiuta a uscire dallo stato di allarme. Come spiega la terapeuta, "una domanda semplice e sorprendente può aiutare a passare da un cervello reattivo a uno riflessivo", riportando il bambino al presente e permettendogli di calmarsi.
Nella sezione dei commenti al post, molti genitori hanno raccontato di aver provato il metodo e, a giudicare dai commenti entusiasti, i risultati non sono mancati: "L’ho fatto con tutti e quattro i miei figli: funziona sempre, ridiamo dopo pochi secondi!", ha commentato una mamma. Altri, però, si sono mostrati più scettici, sostenendo che la distrazione risolva solo superficialmente il problema, ignorando la causa del capriccio. A simili appunti, Walker ha risposto spiegando come la distrazione non possa (e non debba) sostituire il dialogo, ma rimane il primo passo da compiere verso la gestione del comportamento dirompente. "Serve per permettere al bambino di calmarsi abbastanza da poter avere una conversazione e imparare", ha affermato. Il consiglio è quindi di affrontare in un secondo momento i motivi del litigio o della frustrazione, quando il bambino è più sereno e ricettivo.