Il trucco della parental coach per fermare una crisi di pianto in 7 secondi: “Bastano solo poche parole”

Le crisi di rabbia dei più piccoli rappresentano un banco di prova quotidiano per molti genitori. In quei momenti, la frustrazione dei bambini si somma spesso a quella degli adulti, che faticano a ritrovare la calma senza peggiorare la situazione. A scatenare reazioni inconsolabili sono spesso eventi apparentemente banali: una richiesta negata, un rumore fastidioso o, come nel caso raccontato sui social dalla parental coach australiana Gen Muir, un cibo caduto a terra poco prima di essere addentato.
Muir, che su TikTok condivide consigli e momenti di vita familiare, ha di recente ricordato una scena emblematica. Suo figlio di due anni è scoppiato in lacrime quando, mentre la donna stava pelando una banana, il frutto si è spezzato in due. Per il piccolo è stata una tragedia: non voleva più la banana e in casa non ce n'erano altre. Alle lacrime sono seguite urla e pugni battuti, mentre l'esasperazione della madre cresceva di minuto in minuto. "Mi chiedevo cosa stessi sbagliando e sentivo la rabbia montare dentro di me", ha raccontato. Da quell'episodio, però, la coach ha tratto una lezione preziosa e scoperto un trucco semplice ma efficace per riportare la calma e tranquillizzare in pochi secondi il bimbo.
Il cambio di prospettiva
Dopo alcuni tentativi falliti di ragionamento – proporre di tagliare il frutto o servirlo in una ciotola – Muir ha ricordato una cosa fondamentale: non era necessario "aggiustare" la banana, ma riconoscere il disagio del figlio. Così, dopo essersi seduta accanto a lui, ha cominciato a tradurre sotto forma di parole tutto ciò che stava accadendo: "La tua banana si è rotta, tu non volevi che succedesse, avresti preferito che restasse intera e ora sei molto triste". Nel giro di sette secondi il piccolo si è calmato, ha poggiato la testa sulla spalla della madre e, subito dopo, ha mangiato la banana spezzata.
Perché validare le emozioni funziona
Secondo Muir, questo approccio si basa su un principio semplice: accettare le emozioni invece di combatterle. "È molto più facile arrendersi e riconoscere un sentimento piuttosto che provare a distrarlo, negoziare o urlare", ha spiegato. Per i bambini piccoli, che non hanno ancora gli strumenti per esprimere le proprie emozioni in modo articolato, sentire che un adulto li comprende è spesso sufficiente per abbassare la tensione.
Il racconto, diventato virale, ha così messo in luce un aspetto chiave della genitorialità: nelle crisi emotive non serve trovare una soluzione immediata o logica, ma offrire empatia e una sponda con cui sfogarsi e sentirsi rassicurati. Un gesto semplice – mettersi all'altezza del bambino, verbalizzare ciò che prova, restare presenti – può infatti trasformare un capriccio inconsolabile in una preziosa occasione di connessione.