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Il trucco della parental coach per fermare una crisi di pianto in 7 secondi: “Bastano solo poche parole”

Le crisi di rabbia dei più piccoli mettono a dura prova i genitori, spesso disorientati da pianti inconsolabili per motivi apparentemente banali. Grazie a un episodio accaduto con il figlio di due anni, la parental coach australiana Gen Muir ha però raccontato di aver capito come poche semplici parole possano trasformare in una manciata di secondi un capriccio disperato in un’occasione di connessione ed empatia.
A cura di Niccolò De Rosa
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bimbo fa i capricci

Le crisi di rabbia dei più piccoli rappresentano un banco di prova quotidiano per molti genitori. In quei momenti, la frustrazione dei bambini si somma spesso a quella degli adulti, che faticano a ritrovare la calma senza peggiorare la situazione. A scatenare reazioni inconsolabili sono spesso eventi apparentemente banali: una richiesta negata, un rumore fastidioso o, come nel caso raccontato sui social dalla parental coach australiana Gen Muir, un cibo caduto a terra poco prima di essere addentato.

Muir, che su TikTok condivide consigli e momenti di vita familiare, ha di recente ricordato una scena emblematica. Suo figlio di due anni è scoppiato in lacrime quando, mentre la donna stava pelando una banana, il frutto si è spezzato in due. Per il piccolo è stata una tragedia: non voleva più la banana e in casa non ce n'erano altre. Alle lacrime sono seguite urla e pugni battuti, mentre l'esasperazione della madre cresceva di minuto in minuto. "Mi chiedevo cosa stessi sbagliando e sentivo la rabbia montare dentro di me", ha raccontato. Da quell'episodio, però, la coach ha tratto una lezione preziosa e scoperto un trucco semplice ma efficace per riportare la calma e tranquillizzare in pochi secondi il bimbo.

Il cambio di prospettiva

Dopo alcuni tentativi falliti di ragionamento – proporre di tagliare il frutto o servirlo in una ciotola – Muir ha ricordato una cosa fondamentale: non era necessario "aggiustare" la banana, ma riconoscere il disagio del figlio. Così, dopo essersi seduta accanto a lui, ha cominciato a tradurre sotto forma di parole tutto ciò che stava accadendo: "La tua banana si è rotta, tu non volevi che succedesse, avresti preferito che restasse intera e ora sei molto triste". Nel giro di sette secondi il piccolo si è calmato, ha poggiato la testa sulla spalla della madre e, subito dopo, ha mangiato la banana spezzata.

@connectedparentingau

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♬ Love – Revember

Perché validare le emozioni funziona

Secondo Muir, questo approccio si basa su un principio semplice: accettare le emozioni invece di combatterle. "È molto più facile arrendersi e riconoscere un sentimento piuttosto che provare a distrarlo, negoziare o urlare", ha spiegato. Per i bambini piccoli, che non hanno ancora gli strumenti per esprimere le proprie emozioni in modo articolato, sentire che un adulto li comprende è spesso sufficiente per abbassare la tensione.

Il racconto, diventato virale, ha così messo in luce un aspetto chiave della genitorialità: nelle crisi emotive non serve trovare una soluzione immediata o logica, ma offrire empatia e una sponda con cui sfogarsi e sentirsi rassicurati. Un gesto semplice – mettersi all'altezza del bambino, verbalizzare ciò che prova, restare presenti – può infatti trasformare un capriccio inconsolabile in una preziosa occasione di connessione.

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