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Esperta spiega il vero motivo per cui molti bimbi si svegliano troppo presto: “L’ora della nanna c’entra poco”

Molti neonati si svegliano all’alba nonostante una routine serale regolare. Una consulente del sonno ha spiegato come, molto spesso, il problema non sia l’orario della nanna, ma la durata e distribuzione dei pisolini diurni. Un approccio basato sulla fisiologia del sonno, senza training o metodi coercitivi, può aiutare tutta la famiglia a riposare meglio.
A cura di Niccolò De Rosa
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C’è un fenomeno che accomuna molti genitori: svegliarsi alle prime luci dell’alba con un neonato già vispo e pronto ad affrontare la giornata. Nonostante una routine serale regolare e una nanna fissata per le 19, il sonno del bambino sembra interrompersi immancabilmente alle 4 del mattino. Ma perché succede? Hannah Hiles, consulente del sonno infantile, ha provato a dare una risposta chiara e scientifica, condividendo le sue riflessioni sui social per favorire la fisiologia del sonno dei più piccoli e mettere da parte metodi un po' più "coercitivi".

La scienza del sonno, non l’addestramento

Hannah Hiles si definisce una "gentle sleep consultant" e aiuta le famiglie a migliorare il sonno notturno senza ricorrere al cosiddetto "addestramento del sonno", ovvero quell’insieme di metodi che prevedono di lasciare piangere il bambino per insegnargli ad addormentarsi da solo.  "Non ho mai utilizzato il metodo Ferber o il cry out. Mi affido solo alla scienza del sonno e alle esigenze fisiologiche dei neonati", ha spiegato Hiles, facendo riferimento a due approcci molto in voga tra le mamme e i papà alla ricerca di una soluzione per allungare le ore di sonno consecutive dei loro bebè.

sonno bambini

Il primo, il celebre metodo Ferber, consiste in una training del sonno attraverso momenti di conforto da parte del genitore (ninnananne, carezze ecc…) che però non prende mai in braccio il piccolo e che giorno dopo giorno riduce progressivamente le sue visite alla culla, così da abituare il bimbo a dormire da solo. Il secondo, invece, consiste semplicemente nel lasciar piangere il bimbo finché non si calma autonomamente.

Bisogna sapere cosa ci attende dopo la nascita

Secondo Hiles, il grande equivoco di fondo risiede nel fatto che molte famiglie si aspettano che il proprio bambino dorma 12 ore filate, dalle 19/20 di sera alle 7/8 del mattino, ma questa aspettativa sarebbe irrealistica nella maggior parte dei casi. I neonati sotto i sei mesi, spiega, dormono mediamente 9-10 ore per notte. In più, i bimbi piccoli hanno cicli del sonno diverse da quelle degli adulti, quindi, se vengono messi a letto alle 19, è del tutto normale che si sveglino alle 4 o 5 del mattino.

L’importanza delle finestre di veglia

Uno degli errori più frequenti, secondo la consulente, è una gestione inadeguata dei sonnellini diurni. Capita spesso che i bambini dormano troppo poco durante il giorno o che i pisolini siano troppo ravvicinati. Ciò provoca immancabilmente un accumulo di stanchezza che porta a risvegli notturni e a un inizio di giornata anticipato.

Per evitare questo, Hiles consiglia di "allungare le finestre di veglia", cioè i periodi in cui il bambino resta sveglio tra un sonnellino e l’altro. Dopo i sei mesi, ad esempio, un neonato dovrebbe riuscire a stare sveglio per almeno due ore e mezza o tre. Il terzo riposino, invece, dovrebbe essere breve, tra i 15 e i 30 minuti, e può avvenire anche in orario serale, verso le 17 o addirittura le 18, in modo da posticipare l’ora della nanna e garantire un sonno più stabile.

Meglio una nanna più tardi (per ora)

Secondo Hiles, non bisogna temere di posticipare l’orario in cui il bambino va a dormire. "Le nanne serali più tardive sono solo temporanee – ha detto – e con il tempo i ritmi si assesteranno su orari più consoni alla vita familiare" I suoi due figli, ha raccontato, si addormentano verso le 20 e dormono fino alle 7: un ritmo che si è stabilizzato con la crescita, senza bisogno di forzature.

Il video pubblicato da Hiles è subito diventato oggetto di confronti e discussioni da parte dei genitori, divisi tra entusiasmo e scetticismo. Alcuni hanno contestato la validità scientifica delle sue affermazioni, raccontando di come i loro bambini dormano tranquillamente anche 12 ore filate. A queste critiche, la consulente ha risposto con fermezza: "Questi genitori o hanno bambini che dormono più della media, oppure li hanno sottoposti a un faticoso sleep training". Per l'esperta, infatti, non può esistere un modello universale e valido per tutto. "Alcuni bambini dormono 15 ore consecutive, ma non sono la norma. I genitori che si riconoscono nelle mie parole finalmente smettono di sentirsi sbagliati".

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