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Come si affronta la festa della mamma quando non si riesce a diventarlo? Le sfide psicologiche dell’infertilità

La festa della mamma può amplificare il dolore di chi da anni combatte contro l’infertilità che, in una società in cui non si accettano i limiti, può essere davvero drammatica per una coppia. Con la professoressa aggregata Chiara Ripamonti abbiamo indagato le sfide psicologiche e con Alessia D’Oria, cosa significa dopo anni di infertilità festeggiare la prima festa della mamma da madre.
Intervista a Chiara Ripamonti
Psicologa clinica e psicoterapeuta e Ricercatrice del dipartimento di Psicologia e professoressa aggregata di Psicologia della Salute presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca.
A cura di Sophia Crotti
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infertilità
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Che sapore ha la festa della mamma, quando si desidera un figlio da anni, tra le domande fuori luogo di una società pressante e la consapevolezza che il proprio corpo non riesca a metterlo al mondo? Fare i conti con l'infertilità, sempre più presente tra le coppie italiane, nel giorno in cui si celebra la mamma può essere ancora più complesso.

Abbiamo chiesto alla psicologa clinica e psicoterapeuta Chiara Ripamonti, Ricercatrice del dipartimento di Psicologia e professoressa aggregata di Psicologia della Salute presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca, di spiegarci le sfide che vivono le coppie quando l'infertilità si frappone tra loro e il loro desiderio di diventare genitori. Per guardare a questa festa con lo stesso sguardo di chi ha fronteggiato per 3 anni l'infertilità, abbiamo chiesto ad Alessia d'Oria di raccontarci come vive la festa della mamma.

Quali sfide psicologiche comporta l'infertilità

Il primo grosso scoglio da affrontare, quando si scopre la propria infertilità, è la mancata perfezione del proprio corpo, un concetto che ad oggi, secondo la psicologa clinica Chiara Ripamonti, nella società della performance in cui viviamo, è fonte di profondo dolore. "Viviamo in una società narcisistica i cui valori fondanti sono l'efficienza e la perfezione, richieste ad ognuno, accettare che il proprio corpo abbia dei limiti in questo contesto è ancora più complesso". Tuttavia, secondo la professoressa, il 15% della popolazione italiana è sterile, dunque sono e saranno sempre di più le donne che faticheranno ad avere figli, dal momento che l'età del primo figlio, dati istat, alla mano è stata spostata sempre più avanti, in nome di una realizzazione personale che fatica a completarsi se viene interrotta dalla nascita di un figlio. "La donna che scopre di non poter avere figli vive il limite biologico imposto dal suo corpo come un trauma narcisistico che le arreca un profondo senso di disorientamento e frustrazione che impatta sulla sua vita e sulla coppia".

Psicologa clinica e psicoterapeuta e Ricercatrice del dipartimento di Psicologia e professoressa aggregata di Psicologia della Salute presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca.
Psicologa clinica e psicoterapeuta e Ricercatrice del dipartimento di Psicologia e professoressa aggregata di Psicologia della Salute presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca.

Per la prima volta infatti, quella che sarebbe dovuta essere una famiglia nascente, sperimenta un blocco progettuale e sembra dunque focalizzare l'intera energia sulla gravidanza. "Accade che la gestazione diventi l'unico obiettivo di vita, tanto da portare la donna ad isolarsi, a vivere in attesa del periodo fertile e a pensare alla sessualità senza più trasporto emotivo ma solo come un momento critico in cui è necessario avvenga il concepimento". Secondo l'esperta l'altro nella coppia diventa proprio uno strumento utile alla riproduzione e prova un forte senso di frustrazione, misto a senso di colpa se non riesce in questo obiettivo.

La coppia si trova dinnanzi all'incapacità di ottenere ciò che desidera e, in una società ancora convinta che avere dei figli sia un valore primario ad un certo punto della vita, finisce per provare un forte senso di vergogna. "Ci si chiede se comunicare o no agli altri la propria infertilità o la decisione di intraprendere un percorso di PMA, e alla fine si opta quasi sempre per la decisione di mantenere il segreto per proteggersi proprio dallo stigma sociale che si percepisce". 

Nella coppia infertile e in particolare nella donna il mancato attecchimento delle blastocisti in utero o i possibili aborti spontanei non provocano esclusivamente una intensa frustrazione per il mancato concepimento ma possono essere vissuti come un vero e proprio lutto che richiede di essere elaborato. È pertanto fortemente consigliato un supporto psicologico che aiuti ad affrontare questa esperienza nel miglior modo possibile.

La festa della mamma per una donna che non riesce a diventare madre

La festa della mamma è nata per celebrare questa figura, molto importante per la crescita e l'educazione dei figli, nelle famiglie in cui è presente, tuttavia, festeggiarla per una donna che sta facendo i conti con la propria infertilità può essere molto difficile. "Questa ricorrenza amplifica il vissuto di infertilità di una donna che sta ancora cercando di diventare madre senza riuscirci, proprio perché quel bambino diventa il centro dei suoi desideri e la porta a porre ancora più attenzione alle donne gravide attorno a lei". Ad aumentare nella donna è lo stress derivante da un senso di inadeguatezza, dolore e frustrazione che la pervadono sin dalla diagnosi di infertilità.

"Sarebbe bello che la festa della mamma fosse un'occasione per attuare delle politiche sociali di sensibilizzazione, che inducano le persone a non fare più certe domande riguardo la fertilità degli altri e permettano alle coppie che stanno affrontando l'infertilità di sentirsi libere di raccontarsi".

La storia di Alessia e della sua gravidanza dopo anni di infertilità

La storia di Alessia D'Oria l'abbiamo raccontata diversi mesi fa, dopo che aveva deciso di condividere con i suoi followers su TikTok il senso di profonda frustrazione che l'ennesimo test di gravidanza negativo aveva provocato in lei. A pochi mesi dalla nostra intervista Alessia ha scoperto di avere una bimba nel suo pancione, la piccola è nata il 9 maggio, giusto in tempo per permettere finalmente alla sua mamma di vivere per la prima volta la sua festa, con la gioia piena di chi non dovrà più accontentarsi di assistere alla gioia degli altri.

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Le abbiamo chiesto di raccontarci come ha vissuto la festa della mamma fino ad ora e di lanciare un messaggio alle donne che hanno da poco ottenuto la diagnosi di infertilità:

"La festa della mamma per noi donne che ci troviamo ad affrontare l'infertilità è un promemoria di ciò che vorremmo e non siamo ancora riuscite ad ottenere, ma è anche un giorno di speranza che riesce a rincuorarci, perché sogniamo anche noi di essere un giorno celebrate dalle creature che metteremo al mondo. Per me questa sarà una festa della mamma speciale perché avrò tra le braccia la mia bimba e dopo una lotta durata 3 anni riuscirò a celebrare questa festa da protagonista. So che un carico emotivo molto importante questa ricorrenza e che alcune donne possono sentirsi ferite da questo giorno, anche io ho affrontato questi momenti, ma cerco di dire alle donne quello che ho sempre detto a me stessa, di non perdere di vista le altre cose belle della vita e ricordare che l'infertilità può essere qualcosa di transitorio. Prima o poi quei bimbi, come un arcobaleno dopo anni di tempesta, possono arrivare ad illuminare le nostre vite, ve lo giuro". 

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