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“Alcune madri hanno la costante paura di fare del male al bebè”. La psichiatra sul disturbo ossessivo compulsivo post parto

Il disturbo ossessivo compulsivo nel post parto è un problema invalidante che deve essere sottoposto a uno psichiatra, le donne si convincono di non essere abbastanza brave e controllano infinite volte di aver fatto il possibile per il loro bambino. La psichiatra Giacchetti ci ha spiegato il disturbo.
Intervista a Nicoletta Giacchetti
Psichiatra e responsabile dell'UO di psicopatologia neonatale dell'Ospedale Umberto I di Roma
A cura di Sophia Crotti
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doc post parto

Ci sono mamme per cui il riposino del proprio bimbo si trasforma in un inferno, la paura di non averlo posizionato correttamente e il terrore che smetta di respirare si fanno ogni secondo più forti, tanto da indurle a controllare che il piccolo stia bene, da svegliarlo per accertarsi che sia ancora vivo. Ci sono anche mamme che scendendo le scale con il proprio bimbo nel marsupio, o tra le loro braccia, faticano a muoversi per i gradini, perché la loro mente è offuscata da una sola immagine: quella del loro piccolo che rotola giù per la rampa. Abbiamo chiesto alla dottoressa Nicoletta Giacchetti, psichiatra e responsabile dell'UO di psicopatologia neonatale dell'Ospedale Umberto I di Roma, di spiegarci cosa sia il disturbo ossessivo compulsivo che si presenta dopo il parto e in che modo le pressioni del mondo esterno sulle madri possano indurle a credere di essere dannose per i propri bambini, rendendo la maternità per loro un periodo impossibile da vivere.

dott.ssa Giacchetti (Psichiatra e responsabile dell'UO di psicopatologia neonatale dell'Ospedale Umberto I di Roma)
dott.ssa Nicoletta Giacchetti (Psichiatra e responsabile dell'UO di psicopatologia neonatale dell'Ospedale Umberto I di Roma)

Dottoressa, cosa si intende per disturbo ossessivo compulsivo?

Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo la cui matrice è la presenza di pensieri e immagini intrusive che invadono la mente della persona che ne è affetta. Pertanto il soggetto, in questo caso la donna che ne soffre, prova molta ansia e, per porre fine all'intrusività di questi pensieri, mette in atto dei comportamenti e delle strategie che prendono il nome di compulsioni. Il problema è che se per esempio il soggetto è convinto di non aver chiuso la finestra, continuerà a controllare di averlo fatto, poiché il doc porta chi ne è affetto a dubitare delle proprie azioni. Questo continuo controllo, derivante dal fatto che il sollievo per essersi resi conto di aver davvero chiuso la finestra dura molto poco, può diventare invalidante.

Perché questo disturbo sembra acuirsi con la gravidanza?

La gravidanza, per le madri che erano già affette da disturbo ossessivo compulsivo o per quelle con una struttura di personalità ossessiva, diventa terreno fertile per lo sbocciare di queste paure. Il terrore è che il bambino non sia in sicurezza, che possa succedergli qualcosa di brutto e dunque le mamme mettono in atto una serie di verifiche costanti che diventano fonte di grandissimo stress per loro e per il bimbo, con il quale si instaura una relazione fatta di forte tensione.

Ci fa un esempio di queste verifiche che vengono fatte sul bambino?

Per esempio vanno a controllare ripetutamente se il loro bimbo dorme, se lo hanno posizionato bene, si assicurano che stia respirando e non convinte, passano all'ultima verifica: lo svegliano dal sonnellino. Oppure temono che non mangi abbastanza quindi lo pesano, poi si accorgono che non gli hanno tolto i vestiti e hanno paura di non averlo pesato correttamente, dunque lo rifanno. Oppure si convincono che gli ambienti in cui si muove il figlio non sono abbastanza puliti, sterilizzano ogni cosa, ripassano lo straccio anche dove lo avevano passato poco prima, temono la contaminazione e impediscono a tutti di prendere in braccio il loro bambino. Tutto questo provoca nella madri uno stato di ansia e panico costanti, tanto forti da non farle dormire la notte. Inoltre si sentono continuamente in colpa, perché si convincono ndi non aver fatto le cose nel migliore dei modi.

Qual è la differenza tra doc e personalità ossessiva nelle mamme?

Il primo è un disturbo psichiatrico, che impedisce alla donna di fare certe cose, e che necessita di una terapia farmacologica, il secondo è una tendenza della personalità che verte verso il controllo, si tratta di un meccanismo meno pervasivo e pesante. Tuttavia in questo caso nelle menti delle madri possono comparire fantasie legate al poter far male al bambino, temono di vederlo scivolare dalle loro braccia o di avergli dato da mangiare in modo sbagliato e di poterlo dunque vedere soffrire. Queste fantasie di danneggiamento, però, servono alle personalità di questo tipo a mantenere ancora più alto il loro livello di attenzione, perché andando in allarme diventano ipercontrollanti e questa cosa di tenere alta la guardia e allarmare chi sta loro intorno le fa sentire rassicurate.

Quanto di queste immagini legate al poter far male al bambino derivano dal lavoro di cura del piccolo che ricade solo sulle mamme?

Molto, se già la mamma ha una struttura di personalità di questo tipo, è evidente che stando sempre con il bimbo si sente affaticata, poco lucida, temendo di perdere quel controllo e vigilanza costante sul bambino e di non essere quindi una buona madre. Si generano sempre nuovi sensi di colpa che la portano ad agitarsi e a pensare che non può e non deve mai abbassare la guardia.

doc mamme

Una volta che il doc diventa evidente, alla mamma o al partner, cosa bisogna fare?

Se si tratta di disturbo ossessivo compulsivo, che si aveva già prima della gravidanza, dal momento che la gestazione è un fattore di rischio per il disturbo e dunque la neo-mamma è sempre frustrata, si sente in colpa, non dorme è ossessionata dalla pulizia o dal controllo del piccolo allora è necessario rivolgersi a uno psichiatra.

Se invece si tratta di un tratto della personalità ossessiva?

In questo caso, se parliamo di una donna perfezionista è bene rivolgersi ad uno psicologo che l'aiuti a modulare, con un supporto adeguato, i suoi atteggiamenti ossessivi. Non sempre serve un supporto farmacologico, è importante che la donna chieda aiuto, anche se la sua testa le ripete che deve fare tutto lei.

Dunque una mamma potrebbe anche fare fatica a verbalizzare ciò che prova?

Certo, perché fa fatica a delegare, si convince che nessuno sa controllare bene il suo bimbo come lei, dunque è importante che abbia attorno una rete di supporto, chi si accorga per lei di come sta e le offra una mano e l'aiuti così a ridimensionare la pervasività di questi pensieri, perché il suo piccolo sopravviverà anche se lei non si alza costantemente durante la notte per controllare che sia vivo.

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