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Il congedo parentale è fondamentale ma ha un rischio nascosto: se molto lungo può incentivare il vizio del fumo

Secondo un nuovo studio europeo i congedi parentali più lunghi possono aumentare il rischio di fumo tra le madri. Il problema, chiariscono i ricercatori, non è però dovuto dalla durata, quanto alla possibilità che lo stress legato all’isolamento e alle difficoltà economiche induca le madri ad adottare abitudini nocive. Per gli esperti urge l’efficacia dei sostegni e delle politiche familiari.
A cura di Niccolò De Rosa
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Il congedo parentale, ossia quel periodo di astensione volontaria dal lavoro nato per offrire ai genitori tempo prezioso per il recupero e la costruzione del legame affettivo con i loro figli, è uno strumento essenziale per le famiglie e per la società, tanto che in molti Paesi si discute da anni di come ampliarlo e renderlo ancora più efficiente. Eppure, pur riconoscendone il ruolo fondamentale per il progresso collettivo, una nuova ricerca europea ha messo in luce un aspetto sorprendente legato ai congedi molto lunghi. Se infatti il congedo è molto lungo, anziché promuovere stili di vita più sani, potrebbe aumentare il rischio che la madri sviluppino e mantengano abitudini nocive, come il fumo, che oltre a danneggiare la salute delle dirette interessate può ripercuotersi anche sul benessere dei figli.

Lo studio: un'analisi su 14 Paesi europei

L’indagine arriva dall’Università di Vienna ed è stata pubblicata sul Journal of Health Economics. I ricercatori, guidati dalla demografa Sonja Spitzer, hanno analizzato i dati di oltre 8.500 madri provenienti da 14 Paesi europei. Per farlo, hanno incrociato le risposte di un ampio sondaggio (il dataset SHARE) con le informazioni storiche sulle normative nazionali sui congedi parentali dal 1960 al 2010.

Usando un approccio statistico avanzato, il team ha isolato l’effetto causale della durata del congedo sul comportamento futuro di fumo delle madri. E i risultati non lasciano dubbi: ogni mese aggiuntivo di congedo aumenta la probabilità di fumare –e di mantenere il vizio anche negli anni successici – di 1,2 punti percentuali.

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Un effetto inaspettato

I ricercatori spiegano di essersi inizialmente aspettati il contrario: che periodi di congedo più lunghi proteggessero la salute delle madri. "In principio, il congedo parentale è importante per la salute, e nel breve termine la protezione che offre è fondamentale", chiarisce Sonja Spitzer. Tuttavia, l’analisi mostra che un’assenza prolungata dal lavoro si associa a un maggior rischio di mantenere il vizio del fumo, di aumentare il numero di sigarette fumate al giorno e di accumulare più anni di "pack years" (un indicatore che misura l’esposizione totale al fumo).

Perché il congedo lungo può diventare un rischio

Per spiegare un risultato così controintuitivo, i ricercatori hanno avanzano alcune ipotesi coerenti con la letteratura e i dati raccolti. Periodi lunghi lontano dal lavoro possono infatti comportare svantaggi professionali, isolamento sociale e soprattutto difficoltà economiche, anche perché in molti Paesi, gran parte dei mesi di congedo volontario sono poco retribuiti (In Italiadopo i primi tre mesi all'80 per cento si passa al 30 per cento della normale busta paga). Tutte situazioni che possono tradursi in stress cronico e il fumo, si sa, è spesso un meccanismo di coping, ossia una strategia per affrontare la tensione e i momenti complicati.

Un ulteriore prova di ciò, ha sottolineato Spitzer, risiederebbe nel fatto che il problema appare più marcato tra le madri che non hanno ricevuto un sostegno finanziario dal partner al momento della nascita: "Le preoccupazioni economiche in una fase già delicata come quella del parto aumentano ancora di più la pressione, e questo stress sembra avere un impatto significativo sui comportamenti di salute a lungo termine".

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Riconsiderare le politiche sul congedo parentale

Lo studio invita a riflettere sulla complessità delle politiche familiari. L'idea di fondo non è certo ridurre indiscriminatamente il congedo, ma di ripensarlo in modo più equilibrato.  Per gli autori della ricerca, che il vero tema non è tanto la durata, quanto la qualità del congedo e il contesto di supporto: "Le nostre scoperte offrono una nuova prospettiva sulle politiche di congedo parentale: queste misure sono pensate per alleviare la pressione sui genitori, ma possono avere effetti collaterali inattesi sulla salute, soprattutto quando c’è incertezza finanziaria legata alla nascita", ha concluso Spitzer.

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