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Vertice delle Americhe. Funzionario USA: “Cuba fuori dalla black list”

Un funzionario della Commissione Esteri del Senato ha rivelato che Obama potrebbe rimuovere Cuba dalla “black list” dei paesi che appoggiano il terrorismo.
A cura di Davide Falcioni
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Prende il via oggi a Panama il Vertice delle Americhe, evento che mai come quest'anno sta suscitando attenzioni in tutto il mondo: per la prima volta tra i 35 paesi che vi prenderanno parte ci sarà infatti anche Cuba. La partecipazione del paese socialista rappresenta un altropasso avanti nella distensione dei rapporti con gli Stati Uniti: Obama e Raul Castro potrebbero – dopo lo storico disgelo avviato lo scorso dicembre – sottoscrivere importanti accordi. Il più atteso, senza ombra di dubbio, è la cancellazione da parte della Casa Bianca di Cuba dalla lista dei paesi sostenitori del terrorismo internazionale.

Nei giorni scorsi lo staff di Obama ha fatto sapere che non è previsto nessun incontro bilaterale, anche se "sicuramente i due avranno modo di interagire". Ben Cardin, componente della Commissione Esteri del Senato, ha spiegato che il Dipartimento di Stato avrebbe formalmente richiesto ad Obama di rimuovere il paese caraibico dalla "black list" degli stati sponsor del terrorismo: "La raccomandazione del Dipartimento di stato, dopo mesi di revisione tecnica – ha dichiarato Cardin – rappresenta un passo importante nello sforzo di creare relazioni più fruttuose con Cuba". Cuba è nella lista nera dal 1961 e ciò comporta per L'Avana importanti sanzioni di carattere economico e l'impossibilità di ricevere aiuti.

Dal canto suo Obama ha aggiunto: "Non ho mai previsto un'immediata trasformazione delle relezioni, così che dal giorno alla notte Cuba potesse trasformarsi in un partner come per esempio la Giamaica. Ci vorrà del tempo – ha spiegato – penso che ci troviamo nella posizione di poter riaprire le ambasciate nei rispettivi Paesi". Un'altra misura fortemente attesa è la rimozione dell'embargo su Cuba: per questo, tuttavia, sarà necessario il voto di maggioranza del Congresso statunitense, tutt'altro che scontato vista la maggior presenza di esponenti Repubblicani da sempre contrari al "disgelo" con Cuba.

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