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USA. Condanna a morte: si pensa alla fucilazione o al gas

Dopo il dibattito sulla mancanza di farmaci per le iniezioni letali, diversi Stati americani stanno cercando metodi “alternativi” per portare a termine le condanne capitali. L’Oklahoma pensa all’azoto, lo Utah alla reintroduzione del plotone d’esecuzione.
A cura di Biagio Chiariello
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Uccidere i condannati a morte facendogli inalare azoto o ripristinando il plotone di esecuzione. Dopo le polemiche e la penuria di farmaci per le iniezioni letali, diversi Stati d'America stanno provando a riorganizzarsi per portare a termine le condanne capitali. L’Oklahoma pensa all’inalazione del gas: un procedimento indolore, dicono gli esperti. Ma i dubbi restano. “E’ probabilmente l’idea migliore – ha commentato il deputato repubblicano Mike Christian, promotore della legge che introdurrebbe l’asfissia – da quando lo stato ha introdotto la pena di morte”. L’azoto è un gas inodore e non tossico e forma il 78% dell’ atmosfera, tuttavia diventa mortale quando viene respirato in alte concentrazioni, perché viene a mancare l’ossigeno. Secondo il deputato repubblicano è un metodo anche economico: “Al condannato viene messa una maschera – ha spiegato – e viene pompato azoto al posto di ossigeno, il che lo renderà euforico. Poi seguirà una morte indolore”. Una dolce morte quindi? Secondo quanto scrive il Washington Post, si tratta di una procedura che non ha precedenti. Solo l’anno scorso proprio lo stato dell’Oklahoma era finito nell’occhio del ciclone per aver giustiziato Clayton Lockett con un cocktail di farmaci cosiddetto ‘pasticciato’, che ha inferto al condannato un’agonia di oltre 40 minuti.

L'Utah potrebbe reintrodurre la fucilazione

Nel frattempo lo Utah potrebbe diventare l’unico stato americano a reintrodurre la fucilazione per le condanne a morte: la scorsa settimana i senatori dello stato hanno approvato (con 18 voti a favore e 10 contrari) un disegno di legge che prevede di ricorrere al plotone di esecuzione “se le sostanze non sono in grado di portare avanti la pena di morte”, nei casi in cui cioè i farmaci adoperati per l’iniezione letale non siano disponibili 30 giorni prima della data fissata per l’esecuzione. Il progetto era già stato approvato alla Camera con 39 sì e 34 no: ora basta la firma del governatore Gary Herbert, repubblicano, per l’entrata in vigore.

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