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Uccisione Amri, Gabrielli: “Fare i nomi degli agenti è stato il giusto riconoscimento”

il capo della polizia, Franco Gabrielli, respinge le polemiche innescate a seguito della diffusione dei nomi dei due agenti protagonisti dell’intervento che ha portato all’uccisione dell’attentatore di Berlino: “Tutte le forze dell’ordine sono a rischio, divulgare le loro identità non ha aumentato il pericolo”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Non c'è alcuna esposizione, ma un riconoscimento chiaro. Una sottolineatura per mettere al centro chi ha reso possibile tutto questo, rischiando la propria vita". Con queste parole il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha voluto mettere a tacere le polemica in merito alla divulgazione dei nomi dei due agenti che hanno fermato e ucciso il terrorista dei mercatini di Natale di Berlino, Anis Amri a Sesto San Giovanni. Secondo Gabrielli, "questo tipo di terrorismo non ha interesse a colpire il singolo, dunque Franco piuttosto che Mario o Cristian. Qui ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso”. E ribadisce che “tutte le forze di polizia sono a rischio e dunque fare i nomi degli agenti non aumenta in alcun modo il pericolo per i singoli”. Non a caso ieri mattina, a poche ore dalla sparatoria, Gabrielli ha firmato la circolare in cui chiede "massima attenzione" perché non è possibile escludere "azioni ritorsive" nei confronti delle forze di polizia.

Niente polemiche quindi: per il capo della polizia, dovrebbe prevalere l’orgoglio per un’operazione che ha ricevuto il plauso internazionale “proprio perché ha dimostrato – come è stato sottolineato nella conferenza stampa di ieri al Viminale che ricostruiva quanto accaduto a Milano – che in Italia abbiamo un controllo del territorio efficace e capillare, soprattutto la professionalità degli uomini in campo”. In merito poi alla decisione di chiudere i profili social dei due poliziotti, Gabrielli parla di "ulteriore cautela" nei loro confronti, "per evitare una eccessiva sovraesposizione in quanto, in un mondo in cui tutto passa attraverso i social, si sarebbero potuti far prendere la mano coinvolgendo anche altri colleghi". Poi la chiosa finale: "È abbastanza avvilente che mentre tutto il mondo parla di noi e si complimenta con la Polizia per il lavoro svolto, noi continuiamo a farci del male guardando il dito e non la luna".

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