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Uccide madre e sorella, gli allenatori Donadoni e Lucarelli: “Era taciturno ma depresso”

“Non avrebbe mai fatto male a una mosca” hanno sottolineato i due ex calciatori della nazionale che hanno allenato il 21enne Solomon Nyantakyi, reo confesso del duplice omicidio di madre e sorellina. Nel passato di Solomon però anche la depressione.
A cura di Antonio Palma
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Un ragazzo taciturno e pacifico che non aveva mai dato problemi in campo e nello spogliatoio ma che nell'ultimo periodo soffriva di depressione. Questo è il ritratto di Solomon Nyantakyi, il 21enne ghanese reo confesso del duplice omicidio di madre e sorellina, che esce fuori dal racconto di due suoi allenatori di calcio, Roberto Donadoni e Cristiano Lucarelli. I due ex calciatori di seria A  hanno allenato il ragazzo, arrestato oggi a Milano dopo una breve fuga, a Parma dove dal settore delle giovanili era passato anche alla prima squadra, anche se in panchina.

"Ricordo Solomon, si allenava con noi del Parma e lo portai in panchina più di una volta. Non è facile inquadrare il carattere di un giovane calciatore in una squadra di A, ma ricordo che era un ragazzo tranquillo, anzi direi taciturno", ha raccontato l'attuale allenatore del Bologna, Donadoni, che per primo portò in prima squadra al Parma Solomon durante il periodo immediatamente precedente al fallimento della società. "Veniva dalle giovanili del Parma era un centrocampista, poi quando la società è fallita non so che percorsi abbia preso", ha aggiunto l'ex nazionale parlando delle cinque panchine di Solomon in A nel 2014.

"La prima domanda che mi viene è: perché? In condizioni mentali normali un gesto del genere è inconcepibile, alla base ci può essere solo un raptus di follia", ha ragionato uno sbigottino Donadoni al telefono con l'ANSA dal ritiro del Bologna, aggiungendo: "Se davvero è stato lui, è difficile capire cosa possa essere passato per la sua testa: come si può arrivare a un gesto simile, cosa ti passa per la testa".

La stessa incredulità per quanto accaduto emerge anche dal racconto di Lucarelli che lo ebbe come allievo proprio nel settore giovanile del Parma e poi lo ha richiamato più recentemente in una squadra toscana che milita in serie minori. "Sono senza parole. Solomon era un ragazzo pacifico e molto taciturno, non avrebbe mai fatto male a una mosca", ha assicurato l'ex calciatore, rivelando però che il giovane aveva sofferto di depressione. "In un anno, l'ho sentito parlare due volte. Sapevo dei suoi problemi e l'ho chiamato in Lega Pro al Cuiopelli un anno fa. Ma dopo quindici giorni di ritiro è voluto andare via, gli mancava la famiglia", ha ricordato l'ex attaccante del Livorno e della nazionale.

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