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Tragedia Corinaldo: “L’ultima carezza alla mia Asia, morta al concerto di Sfera Ebbasta”

Luca Nasoni è il padre della 14enne finita schiacciata nella calca alla discoteca Lanterna Azzurra: “Era la seconda volta che andava a ballare con gli amici”. Con lei, nella notte fra il 7 e l’8 dicembre 2018, sono morti altri quattro minorenni e una donna, madre di quattro figli.
A cura di Biagio Chiariello
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“L’ho guardata, mi pareva lei ma per un attimo ho dubitato. La morte cambia l’espressione, mistifica, sfigura. Ho dovuto guardare i vestiti per essere sicuro. Ho visto un papà andare via senza aver riconosciuto sua figlia fra le vittime…”. Luca Nasoni ricorda il momento in cui ha dovuto riconoscere la sua Asia, una delle vittime del dramma della Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona. La 14enne era stata appoggiata per terra, accanto agli altri quattro ragazzi morti e ad una donna mamma di quattro figli. “Mi sono tolto la sciarpa – racconta – ne ho fatto un cuscino e gliel’ho messo sotto la testa. Non volevo che fosse scomoda”.

Il dramma a margine del concerto del trapper Sfera Ebbasta. “Era da mesi che ci chiedeva di andare a quella festa — dice la madre al Corriere della Sera — e quella sera era la seconda volta in vita sua che aveva il permesso di andare a ballare. Ricordo la sua felicità e l’emozione, l’eccitazione. Non tanto per Sfera Ebbasta ma perché quel tipo di serata era un rituale per i ragazzi che si erano appena conosciuti a scuola, una specie di festa di istituto”.

Il papà ricorda il momento in cui ha dovuto dirlo ai fratellini di Asia: Manuel, 10 anni, e Christian 9. “È stata la prima prova di questa nuova vita”. L’uomo purtroppo ha già conosciuto l’amarezza della vita in passato. “La prima volta è stato quando è morta mia sorella Laura” racconta. “Fu nel 2005, morte cardiaca improvvisa. Pensi: era nata il 19 gennaio, è morta il 19 gennaio del suo diciannovesimo compleanno. Anche allora arrivai davanti a un lenzuolo bianco…” Poi è toccato a suo padre: “A ottobre del 2018 è rimasto improvvisamente tetraplegico”. E adesso il colpo più duro.

Il ricordo dell’uomo è commovente:

Ho visto i miei genitori lasciarsi andare alla disperazione, isolarsi. Ho respirato lo sgomento di quel lutto così grave e ho sempre sperato che la vita non mi presentasse mai un conto così salato. Ma adesso che è successo non voglio annientarmi o vedere la mia famiglia annientata dal dolore. Io non voglio sentirmi sfortunato. Con Asia purtroppo abbiamo condiviso un tempo troppo breve ma voglio tenere con me l’energia positiva che ci ha lasciato. Voglio pensare alle sue risate, alle litigate per cose da nulla e a lei che diceva: “Adesso non ti muovi da qui se prima non chiariamo tutto!”. Voglio ricordarla da vezzosa mentre si scatta un selfie oppure mentre chatta con mia madre che adorava, non quella notte con la mia sciarpa sotto la testa”.

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