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Torino, profugo picchiato e insultato: “Perché sei qui, sporco negro?”

Un profugo del Darfur è stato insultato, picchiato e minacciato con un coltello da due italiani, uno dei quali è stato arrestato.
A cura di Davide Falcioni
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Un nuovo – ennesimo – caso di razzismo è stato denunciato a Mirafiori, Torino, da Ahmed, un rifugiato politico del Darfur che venerdì è stato vittima di un'aggressione non solo verbale. Il giovane, che a Torino lavora e studia, è stato prima insultato, poi preso a calci e pugni e infine minacciato con un coltello a serramanico. A raccontare la vicenda è l'edizione torinese di Repubblica, secondo cui i carabinieri, intervenuti su richiesta del profugo, hanno tratto in arresto un italiano di 51 anni, che alla vista dei militari si è scagliato anche contro di loro. Per questo, adesso è accusato anche di resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

"Si sono avvicinati – racconta Ahmed -. Ero seduto sulla panchina davanti alla chiesa. Mi hanno chiesto se avevo 50 centesimi. Poi mi sono accorto che volevano attaccare briga. Uno ha cominciato a insultarmi: ‘Perché sei qui, negro di merda?'. Ho cercato di entrare in chiesa ma l’altro mi ha tagliato la strada. Aveva un piccolo coltello a serramanico e un cane. Ha lasciato andare il cane perché mi aggredisse". Il ragazzo ha quindi cercato riparo in un ristorante, ma è stato inseguito persino lì dentro. E' Giorgia Lucarno, attivista della Gioc (Gioventù operaia cristiana), a spiegare cosa è successo dopo: "L’aggressore ha continuato a picchiare il ragazzo e poi ha cominciato a insultare e a picchiare anche il titolare del ristorante e il cuoco. Abbiamo chiamato i carabinieri".

Del grave episodio di razzismo si è occupato anche la Regione Piemonte attraverso Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione e Politiche giovanili: "Sono davvero rammaricata per quanto avvenuto venerdì sera a Mirafiori Nord. L’aggressione di Ahmed, un giovane profugo fuggito dalla guerra del Sud Darfur mi riempie di rabbia e di tristezza. Per questo proverò a incontrarlo, non appena si sarà rimesso, per portare la solidarietà della Regione Piemonte e la mia personale. Questi episodi non sono semplicemente il gesto isolato di un bullo, sono frutto di un clima di odio alimentato dalla cattiva politica. Si raccontano mezze verità sul fenomeno delle migrazioni, si alimenta la paura verso chi arriva dall’Africa come nel caso del sindaco di Domodossola che chiedeva stanze separate per neri e bianchi negli ambulatori per evitare, a suo dire, il rischio di trasmissione di chissà quali pericolose malattie. Cittadini non caschiamo nella trappola".

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