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Thailandia: l’italiano Denis Cavatassi assolto dalla pena di morte

L’abruzzese Denis Cavatassi era accusato di essere il mandante dell’omicidio del suo socio, l’altro italiano Luciano Butti. Cavatassi era stato condannato a morte in primo grado. Oggi è stato definitivamente assolto.
A cura di Davide Falcioni
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Enzo Moavero Milanesi, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha confermato che è stata emessa una sentenza di assoluzione da parte della Corte Suprema thailandese nei confronti del cittadino italiano Denis Cavatassi, detenuto in Thailandia da sette anni e condannato alla pena di morte nel 2016. "La buona notizia dell'importante sentenza della Corte Suprema della Thailandia consentirà a Denis Cavatassi, prosciolto questa mattina, di rientrare presto a casa in Italia e riabbracciare i suoi familiari", sottolinea il ministro, come riporta una nota della Farnesina.

Denis Cavatassi era accusato dell'omicidio dell'imprenditore toscano Luciano Butti, suo socio di 60 anni. Il delitto avvenne a Phuket, in Thailandia, nel marzo del 2011, quando l'uomo venne ucciso con tre colpi di pistola esplosi da uno scooter. La polizia ben presto individuò il presunto killer nell'abruzzese Cavatassi, che venne dapprima arrestato e poi rilasciato su cauzione. Secondo gli inquirenti il delitto sarebbe maturato a causa di un debito di quasi 200mila euro che Butti avrebbe avuto nei confronti di Cavatassi, un debito che tuttavia quest'ultimo ha sempre definito inesistente.

Cavatassi, nuovamente arrestato nonostante prove tutt'altro che schiaccianti, viene recluso in condizioni disumane in una cella insieme ad altre decine di detenuti. Secondo i giudici è lui il mandante dell'omicidio Butti e a nulla valgono i tentativi di scardinare quella tesi. Per questo nel 2015 nei suoi confronti viene emanato il più duro dei verdetti: la pena di morte.

Della vicenda si è recentemente interessata anche la politica, in particolare il presidente della Camera, Roberto Fico: "Il nostro Paese rifiuta incondizionatamente la pena di morte. Nelle prossime settimane è attesa la pronuncia definitiva della Corte suprema sul caso di Cavatassi. Siamo fiduciosi in un esito diverso. A Denis e ai suoi cari va in questo momento il nostro pensiero e tutta la nostra umana solidarietà”.

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