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Terremoto in Indonesia, sospese le ricerche dei dispersi: “Ancora cinquemila mancano all’appello”

Le autorità indonesiane hanno deciso di sospendere ufficialmente le ricerche dei dispersi del terremoto e Tsunami che ha devastato l’isola di Sulawesi due settimane fa: all’appello mancano ancora cinquemila persone, oltre alle duemila vittime già recuperate. Intanto, è emergenza bambini: quasi 500mila hanno bisogno di cure primarie per sopravvivere.
A cura di Ida Artiaco
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Sono state sospese le ricerche dei dispersi in seguito al terremoto e allo Tsunami che lo scorso 28 settembre ha devastato l'isola di Sulawesi, in Indonesia. La decisione, già posticipata di una settimana rispetto a quanto annunciato in precedenza, è stata presa dalle autorità locali nonostante manchino all'appello ancora circa cinquemila persone. A circa quindici giorni dal sisma di magnitudo 7.5 le speranze di trovarne qualcuna viva sotto le macerie sono ridotte all'osso. Molte case, sprofondate per la liquefazione del suolo, diventato come sabbie mobili, sono invisibili alle riprese aeree. La situazione più drammatica si registra ancora nella città di Palu, dove la maggior parte degli edifici sono stati trascinati via dal fango e inghiottiti dal suolo. Una vera e propria tragedia, che ha già fatto 2.065 vittime. Ma questo numero potrebbe essere molto più alto.

La fine delle operazioni è stata onorata con una preghiera di massa nei quartieri di Balaroa, Petobo e Jono Oge, tra i più colpiti di Palu. I volontari, anche provenienti dall’estero, potranno tuttavia continuare le ricerche in autonomia. Non si fermano neppure gli aiuti dall'estero. In particolare, Unicef ha lanciato un appello per rispondere ai bisogni dei numerosi bambini, circa 475mila, rimasti orfani o colpiti dal terremoto nei prossimi sei mesi, tra cui quelli relativi ai servizi sanitari di base, alla nutrizione e all'istruzione. "La nostra priorità maggiore al momento è assicurare che i minori ricevano aiuti salvavita – ha dichiarato Debora Comini, rappresentante Unicef per l’Indonesia – ma i prossimi 6 mesi saranno fondamentali: lavoreremo per assicurare che ogni bambino colpito abbia un’equa opportunità di continuare il suo percorso di ripresa in corso e di ricostruire la sua vita in meglio in un ambiente sicuro e favorevole".

Intanto, la terra continua a tremare. Solo nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, all’una e 44 locale, si è registrata un’altra scossa di magnitudo 6, che ha causato tre morti e quattro feriti, tutti nell’isola di Madura, a nord della parte orientale dell’isola di Giava. Sempre nel Pacifico due forti scosse di terremoto, rispettivamente di magnitudo 7.0 e 6.5, sono state registrate in Papua Nuova Guinea, una alle 22.48 (le 7.48 ora locale) e l'altra a mezzanotte (le 9 locali). I due sismi, inframmezzati da scosse di minore entità, sono stati segnalati dall'Usgs e anche dall'Ingv.

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