1 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Terremoto in Emilia, un mese dopo si combatte con sciame sismico e ricostruzione

È trascorso un mese da quella scossa di magnitudo 5.9 che ha sconvolto la vita di migliaia di emiliani, portando con sé 26 morti, circa 350 persone feriti e danni economia a non finire. Oggi si prova a ripartire, ma la paura è ancora tanta.
A cura di Biagio Chiariello
1 CONDIVISIONI
Terremoto in Emilia Romagna

 E’ trascorso un mese da quando la terra dell’Emilia ha cominciato a tremare. Con un bilancio di 26 morti, 350 feriti e una serie incalcolabile di danni per l'economia, il sisma continua ancora a far sussultare gli abitanti delle zone di Modena, Ferrara, Bologna e Mantova. Sono tantissimi coloro che ormai convivono con la paura e con l'angoscia di vedere i propri paesi irriconoscibili. Ripartire non è semplice per gli sfollati, per quelle persone a cui non è ancora dato sapere se la propria abitazione tornerà ad essere agibile ed ora, mentre combattano temperature da clima africano, passano le proprie giornate sotto una tenda. Sono circa 15mila gli sfollati che occupano i campi di accoglienza edificati nel corso dell’ultimo mese dalla Protezione Civile, ma anche le strutture al coperto (scuole, palestre e caserme, vagoni letto messi a disposizione da Ferrovie di Stato e Genio Ferrovieri) e gli alberghi che hanno offerto la loro disponibilità grazie alla convenzione siglata con Federalberghi e Asshotel.

Provato, allo stesso modo, è il sistema produttivo del territorio emiliano, fondamentale anche per l’economia nazionale in quanto rappresenta  da solo l’1,5% del Pil. Stentano a ripartire i settori dell’industria meccanica, ceramica, biomedicale e agroalimentare. Tuttavia qualche segnale positivo è già arrivato, specialmente dal prosieguo della campagna di vendita del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, prodotti gastronomici simbolo dell'Emilia. A Mirandola è invece ripartita la produzione della multinazionale del biomedicale Mallinckrodt Dar, colosso da 450 dipendenti. Nella stessa cittadina, duramente segnata dal terremoto, un centinaio di commercianti ha dato la loro disponibilità a risistemare momentaneamente le loro attività in una sorta di area commerciale all'interno di container.

Contestualmente prosegue la messa in sicurezza degli edifici storici. Nell'Alto Ferrarese è già stato assicurato il campanile di Buonacompra e in questi giorni si lavora al campanile di Mirabello. La settimana prossima inizieranno quelli sul palazzo municipale di Sant'Agostino. Per quel che riguarda le verifiche strutturali alle case, i numeri – come accennato – fanno storcere il naso: le: su 11.333 edifici controllati, 3.977 sono stati dichiarati agibili, 2.658 temporaneamente o parzialmente inagibili, mentre i restanti 4.698 sono inagibili. Il 45% dei plessi ad uso scolastico è agibile, e il 38% sarà agibile con provvedimenti.

Le scosse, però, continuano anche se dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fanno sapere che lo sciame sismico è in diminuzione. "Il quadro attuale è di diminuzione del numero e dell'intensità delle scosse ma non possiamo dire che la sequenza, seppure in esaurimento, sia finita e non possiamo escludere nuovi eventi isolati, anche di magnitudo elevata" sono le parole di Stefano Gresta, presidente dell'Ingv, nel corso di un'audizione davanti alla commissione Ambiente della Camera. Nel frattempo, la Regione Emilia Romagna ha pubblicato il testo della direttiva della protezione civile con i criteri per ottenere il contributo di autonoma sistemazione. Gli sfollati devono presentare domanda al Comune di appartenenza entro il 10 luglio. Ogni nucleo familiare può ottenere 100 euro mensili per ogni componente, per un massimo di 600 euro, con surplus per anziani ultrasessantacinquenni e disabili. Non ha diritto al contributo chi sceglie di rimanere nelle tendopoli dalle amministrazioni comunali.

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views