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Striscioni rimossi e contestazioni vietate: sì, c’è un serio problema di Polizia

Forse il capo della Polizia Franco Gabrielli è troppo distratto per non accorgersi che da mesi ormai la Polizia è stata buttata nel bel mezzo di un giochetto infame che cerca di dividere l’Italia in due parti, una contro l’altra, come una sfida da strada o da stadio. E questo conta molto di più di un tweet risentito.
A cura di Giulio Cavalli
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Spiace per Franco Gabrielli, il capo della Polizia, che non lo veda. E spiace anche per i giornaloni che risultano piuttosto timidi sull'argomento. In Italia esiste un evidente problema di forze dell'ordine che appaiono, per usare un eufemismo, un po' confuse. C'è un serio problema di forze dell'ordine nel momento in cui il Paese rigurgita ogni giorno, tutti i giorni, atti di apologia del fascismo che vengono tollerati con la superficialità di chi dovrebbe invece evitare qualsiasi valutazione personale e agire d'ufficio e secondo la legge. C'è un serio problema di forze dell'ordine ogni volta che un ministro dell'interno, durante un comizio, li incita a caricare liberi e democratici contestatori che da anni fanno parte del gioco della politica. C'è un serio problema nelle forze dell'ordine se un sindacato di Polizia si permette liberamente di scrivere di sentirsi vicino a un partito politico quando invece dovrebbe proteggere tutti i cittadini.

Eh sì, caro Gabrielli, non basta nemmeno che ci ricordi di avere difeso la famiglia rom come se fosse un motivo di vanto avere semplicemente fatto rispettare la legge: quando i diritti ci vengono fatti passare come concessioni significa che si è inceppato qualcosa nel normale rapporto di fiducia con le istituzioni. Ma ciò che più turba, dalle parole di Gabrielli e nel quadro generale, è che si voglia a tutti i costi sminuire un imbruttimento generale che ha sdoganato l'orrore e il terrore e mentre sventola fantasmi neri del passato è convinto (e vorrebbe convincerci) di avere la polizia dalla propria parte. Caro Gabrielli, ma se davvero si è risentito così tanto per il tweet di Saviano, tanto da avere sollecitato una risposta che fa vomitare solo a intravederla, è possibile che non si risenta per la campagna pubblicitaria che il ministro dell'inferno sta facendo alle vostre spalle? Davvero?

Ma davvero, caro Gabrielli, non le giunge mai una notizia, una notifica, un verbale che le racconti cosa sia capitato a chi ha legittimamente contestato un ministro e si è ritrovato i suoi colleghi in casa, trattato come un pericoloso criminale? Davvero, caro Gabrielli non ha notizia degli striscioni rimossi da private abitazioni solo perché non inneggiano il ministro durante il comizio di turno? Davvero, caro Gabrielli, non è mai venuto a conoscenza che i controlli su alcuni mezzi di trasporto vengono basati sul colore della pelle piuttosto che sull'effettiva presenza delle persone?

Perché, a continuare a scriverne da mesi, viene il dubbio che qualcuno sia troppo distratto per non accorgersi che una parte di Paese sia stata messa contro l'altra e la Polizia stessa sia stata messa in mezzo a questo orribile gioco. Ed è quanto di più pericoloso possa accadere per uno Stato democratico. Ne converrà con me.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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