Strano odore in stanza, malato terminale di cancro perquisito dalla polizia in ospedale
La polizia di nuovo sotto accusa per i suoi metodi negli Stati Uniti dove questa volta al centro dell'attenzione è finito l'operato di una pattuglia di agenti della città di Bolivar, nello Stato del Missouri. Non si tratta dell'ennesimo caso di presunto razzismo ai danni della comunità afroamericana ma addirittura di un episodio avvenuto in ospedale. I poliziotti infatti hanno fatto irruzione in una stanza d'ospedale e perquisito un paziente, il 52enne Nolan Sousley, ricoverato nel reparto perché malato terminale di cancro. Gli agenti cercavano marijuana dopo che qualcuno aveva segnato uno strano odore nella stanza.
La scena ripresa con un cellulare è stata postata online diventano in poco tempo virale e scatenando nuove polemiche contro l'atteggiamento dei poliziotti. Secondo quanto ricostruito dai media locali, tutto sarebbe iniziato quando un vigilante dell’ospedale ha chiamato il numero di emergenza della polizia, avvisando che da quella stanza proveniva un odore sospetto. Si trattava della stanza del 52enne che da mesi è ricoverato per l'ultima sua battaglia contro il cancro al pancreas allo stadio 4 che sta raccontando anche attraverso i social.
Nel filmato si vedono i poliziotti perquisire borse e oggetti dell'uomo che inutilmente cerca di spiegare: "Non ho nulla, non fumo nulla, ho solo dell’olio di cannabis per il dolore, i medici lo sanno". Parole che non sono servite a far desistere gli agenti che hanno proseguito la perquisizione senza però trovare nulla. Dopo l'incidente, una portavoce dell'ospedale ha dichiarato: "Quello che è avvenuto non riflette i nostri valori, che sono innanzitutto il rispetto delle persone. Siamo orgogliosi di offrire un'assistenza degna a tutti i pazienti e in questo caso non siamo stati all'altezza delle aspettative. i scusiamo con il nostro paziente, i suoi familiari e amici. Stiamo esaminando il caso e aggiorneremo i nostri dipendenti sui valori fondamentali e l'importanza del rispetto e della dignità per i nostri pazienti".
