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Stop ai condannati in Parlamento, il Governo accelera i tempi

L’Esecutivo sta già preparando la nuova norma in attesa dell’approvazione definitiva del ddl anticorruzione che gli concede la delega in materia. Monti e i Ministri vogliono accelerare i tempi è varare il provvedimento prima delle elezioni nel Lazio.
A cura di Antonio Palma
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Stop ai condannati in Parlamento, il Governo accelera i tempi

Il Governo Monti sembra seriamente intenzionato ad accelerare i tempi sulla norma che prevede l'incandidabilità per i condannati in via definitiva, non solo per il Parlamento ma anche per qualsiasi carica elettiva in Regioni, Province e Comuni. Secondo indiscrezioni i Ministri Severino, Patroni Griffi  e Cancellieri starebbero già lavorando ad un decreto per rendere operative le nuove misure prima delle prossime elezioni politiche e addirittura, se il via libera arriva in tempo, prima delle elezioni nella Regione Lazio. Il nodo però resta sempre quello del ddl anticorruzione, a cui questo decreto è fortemente collegato, e ancora fermo nelle commissioni del Senato tra opposti veti per interessi di parte. Lo strumento principale previsto dal Governo, infatti, è proprio l'articolo 17 del disegno di legge anticorruzione, già approvato dalla Camera, in cui si prevede una delega all'Esecutivo per legiferare in materia di incandidabilità dei condannati. Nel dettaglio la legge delega così come approvata da Montecitorio prevede che il Governo adotti:

"entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge un decreto legislativo recante un testo unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, di incandidabilità alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende speciali".

Una vera e propria rivoluzione per le nostre istituzioni dove non mancano condannati per i reati più disparati, non ultimi quelli di collusione con le associazioni mafiose e contro la pubblica amministrazione. L'ipotesi che il Governo sta studiando prevede per il momento che persone che abbiano sulle spalle condanne passate in giudicato con pene oltre i due anni non possano essere presentati in lista, così come non possono essere presenti nelle società pubbliche. Ad ogni modo l'Esecutivo, tenendo presente anche gli ordini del giorno approvati alla Camera, intende impiegare molto meno tempo di quello previsto dalla legge e chiudere in poche settimane la questione dopo l'approvazione del ddl anticorruzione.

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