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Approvato il disegno di legge contro il fast fashion: sanzioni agli influencer che pubblicizzano Shein

In Francia è stato approvato il disegno di legge contro il fast fashion, che si rivolge soprattutto a colossi cinesi come Shein e Temu.
A cura di Giusy Dente
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Shein
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Non è affatto raro imbattersi in influencer intenti a pubblicizzare Shein e a mostrare i loro infiniti acquisti sulla nota piattaforma, che propone abbigliamento a prezzi bassissimi. Si può acquistare un vestito o una T-shirt con pochi euro, un modello di ultra fast fashion pericoloso. Ovviamente, infatti, dietro questi prezzi si nasconde una realtà fatta di sfruttamento: turni massacranti, stipendi da fame, una produzione che non tiene conto di alcuna tutela dal punto di vista ambientale. E che spoinge verso l'acquisto compulsivo, più che verso quello consapevole. Presto, però, gli influencer dovranno porre un freno a questi contenuti, altrimenti saranno sanzionati. È una delle conseguenze del disegno di legge approvato in Francia.

Il disegno di legge della Francia contro l'ultra fast fashion

Martedì il Senato francese ha approvato a larga maggioranza (337 voti a favore e uno solo contrario) un nuovo disegno di legge che si propone di regolamentare colossi come Temu e Shein, piattaforme di e-commerce pericolose per l'economia e l'ambiente. La produzione massiccia, infatti, va di pari passo con un vero e proprio sfruttamento dei lavoratori, che consente di proporre articoli a prezzi stracciati. Parallelamente, c'è anche un uso considerevole di pubblicità, proprio per invogliare i potenziali acquirenti ad entrare nel portale, dove è facile farsi ingolosire dai capi di abbigliamento disponibili a pochi euro. Anche famosi influencer si prestano a questa pubblicità, pubblicando i loro video di shopping e i loro acquisti sulle piattaforme. Presto tutto questo non sarà più possibile.

Il testo approvato dal Senato passerà a settembre all'esame di una commissione congiunta di senatori e deputati. Poi la legge dovrà essere notificata anche alla Commissione europea per garantirne la conformità con i regolamenti dell'Ue. Il testo in questione propone un sistema di eco-score che valuterà l'impatto ambientale dei prodotti venduti dalle aziende di fast fashion sotto diversi punti di vista: le emissioni, l'uso delle risorse, la riciclabilità. I marchi con i punteggi particolarmente bassi potrebbero essere tassati fino a 5 euro ad articolo a partire dal 2025, che saliranno fino a 10 euro entro il 2030. Il disegno di legge prevede anche il divieto di pubblicità e sanzioni per gli influencer che si prestano alla promozione online.

Il disegno di legge riguarda le piattaforme come Shein e Temu, ma non nomi celebri come Zara, H&M e Kiabi: per loro nessuna sanzione e questo ha attirato alcune polemiche da parte dei gruppi ambientalisti. "È un'occasione mancata – ha dichiarato Pierre Condamine, responsabile della campagna di Friends of the Earth France – Abbiamo un testo che si rivolge a due marchi e quindi lascia fuori quello che rappresenta almeno il 90% della produzione e dell'abbigliamento venduto in Francia".

La spiegazione di questa tutela nei confronti delle industrie europee è giunta dalla senatrice Sylvie Valente Le Hir: "Purtroppo non abbiamo scelta. Oggi dobbiamo ancora difendere ciò che resta delle nostre industrie europee. Dobbiamo fare una distinzione tra la produzione che viene fatta in Cina da questi giganti. Stiamo parlando di dimensioni cento volte superiori alle nostre. Perciò stiamo preservando le industrie europee e francesi per il momento, perché se non lo facciamo, non rimarrà nulla".

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