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Cibi dietetici, lo sono davvero? L’esperto spiega come non farsi ingannare dai prodotti “senza zucchero”

Sempre più consumatori acquistano prodotti light o senza zucchero, ma sono davvero salutari? Ne abbiamo parlato con il biologo Roberto Casaccia, specialista in Scienza dell’alimentazione.
Intervista a Prof. Roberto Casaccia
Biologo specialista in Scienza dell’alimentazione. Docente a contratto presso le Università degli Studi di Bari e di Roma - Tor Vergata
A cura di Eleonora Di Nonno
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Negli ultimi anni sempre più consumatori si sono orientati verso l'acquisto di alimenti light o senza zucchero. Si tratta di cibi che promettono basso contenuto calorico e vengono giudicati ideali per il controllo del peso. Ma è davvero così? Ne abbiamo parlato con Roberto Casaccia, biologo specialista in Scienza dell'alimentazione.

Cosa si intende per alimenti light?

"Vengono definiti light quei prodotti "alleggeriti" di uno o più componenti, più frequentemente zuccheri o grassi, ma non solo – spiega il prof. Roberto Casaccia – Gli alimenti light sono quelli che presentano una riduzione significativa di uno o più nutrienti rispetto ai prodotti di riferimento. Per essere precisi dobbiamo richiamare il Regolamento Europeo n. 1924 del 2006 che si occupa delle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari. Esso stabilisce che la dizione “light” può essere riportata in etichetta se la riduzione del contenuto calorico o di una o più sostanze nutritive è almeno del 30% rispetto ad un prodotto simile". L'esperto chiarisce che non esistono cibi dietetici in sé. "Un’alimentazione corretta è quella che combina alimenti diversi in modo da avere un equilibrio complessivo tra i nutrienti e un contenuto calorico adeguato al singolo individuo – aggiunge il prof. Casaccia – Anche il concetto di cibo sano non è così immediato come sembra perché va ad investire più ambiti, dalla composizione in nutrienti, alla sicurezza alimentare, alla capacità di dare un benessere che non sia solo fisico ma anche mentale. Considerando un significato più estensivo dovremmo anche chiederci: "È un cibo sano per la Società? È un cibo sano per il Pianeta?".

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Alimenti senza zuccheri aggiunti: cosa controllare sulle etichette

"Il Regolamento Europeo stabilisce che è possibile l’indicazione “senza zucchero” se il prodotto contiene non più di 0,5 g di zuccheri per 100 g o 100 ml – sottolinea l'esperto – "Senza zuccheri aggiunti" significa, invece, che non ci sono aggiunte ma, attenzione, ciò non esclude che nell’alimento siano già presenti degli zuccheri. In questo secondo caso sarebbe più corretta la dicitura "contiene naturalmente zuccheri" ma questa avrebbe meno appeal sul consumatore". Controllare le etichette, a prescindere dal tipo di prodotto, è sempre importante. "Bisogna fare  attenzione alla dicitura: "senza zucchero" o "senza zuccheri". Nel primo caso ci si riferisce solo al saccarosio mentre, nel secondo, anche ad altri eventuali monosaccaridi e disaccaridi (es. fruttosio, glucosio etc.).

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I dolcificanti sono davvero dietetici?

"Andrei poi a verificare la presenza di dolcificanti naturali o sintetici, come aspartame, acesulfame, sorbitolo, stevia etc – avverte il prof. Roberto Casaccia – Nei prodotti light ne troveremo sicuramente, e spesso più di uno. Questi (e altri) edulcoranti, che sono consentiti dalla legge in dosi massime stabilite, hanno effettivamente valori calorici trascurabili e sembrano favorire un’alimentazione, tra virgolette, “dietetica”. Ma, le Linee guida OMS 2023 sui prodotti dolcificanti suggeriscono di non utilizzarli come mezzo per ottenere il controllo del peso. La revisione sistematica della letteratura scientifica ha rilevato come non vi sia nessuna prova di un beneficio a lungo termine sulla riduzione del peso. Anzi, l’uso a lungo termine degli edulcoranti è stato associato a un aumento del BMI (indicatore del sovrappeso) del rischio di obesità, di diabete di tipo 2, di malattie cardiovascolari e di mortalità". 

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Quali conseguenze hanno i cibi sull'organismo

Quali sono le altre conseguenze? "Entra in gioco il cosiddetto meccanismo della ricompensa, quello per il quale il gusto dolce, attraverso l'attivazione dei recettori situati nella cavità orale, stimola la produzione a livello cerebrale della dopamina e di altre molecole del benessere, sia la secrezione degli ormoni della sazietà che è favorita anche dall’ingestione di zuccheri – commenta Roberto Casaccia – Gli edulcoranti attivano solo debolmente il sistema della ricompensa e quindi l’organismo resta, per così dire insoddisfatto; questo comporterà, entro breve tempo, la ricerca di altro cibo gratificante. Inoltre, il messaggio biochimico trasmesso dall’ingestione degli edulcoranti non trova corrispondenza, a livello cerebrale, con la presenza di nutrienti e calorie; di conseguenza i meccanismi endocrini e nervosi che consentono di regolare l’assunzione di cibo risultano alterati e la secrezione degli ormoni della sazietà è ridotta. Quindi, di nuovo, si va alla ricerca di altro cibo".

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Esistono marmellate senza zucchero?

Tra i prodotti light più venduti ci sono le marmellate senza zucchero, sono davvero dietetiche? "Le marmellate senza zucchero non esistono. La consistenza delle marmellate e delle confetture si ottiene soltanto se gli zuccheri sono in quantità sufficiente per consentire, a pH acido, la gelificazione della pectina; altrimenti avremmo un prodotto semiliquido che va etichettato con la dicitura "composta" e non come marmellata o confettura – spiega Roberto Casaccia – Non dobbiamo inoltre dimenticare che lo zucchero deve svolgere adeguatamente la propria azione conservante, possibile soltanto oltre una certa soglia di concentrazione".

Quale yogurt scegliere per una corretta alimentazione

"Anche per quanto riguarda lo yogurt senza zucchero valgono i discorsi fatti in precedenza, fermo restando che questo prodotto può essere venduto come "magro" o come "intero" a seconda del contenuto di grassi – aggiunge il biologo – Quello che mi sento di consigliare è di controllare che effettivamente sulla confezione sia scritto "yogurt", perché questa dicitura è ammessa solo se sono presenti i fermenti lattici vivi Lactobacillus bulgaricus e Streptococcus thermophilus e, spesso, alcuni prodotti in tutto e per tutto simili allo yogurt in realtà appartengono ad altre categorie merceologiche. Rinnovo quindi l’invito a leggere sempre attentamente l’etichetta di qualsiasi prodotto".

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Cibi dietetici e diet industry

Alimenti molto gettonati sono anche biscotti o barrette definite dietetiche. "Il termine "dietetico" è abbondantemente abusato. Qui entriamo nel campo dei prodotti arricchiti, ad esempio di vitamine, sali minerali o proteine, come nel caso di biscotti o budini. Questi prodotti sono ampiamente promossi dalla “diet industry” ed hanno un florido mercato perché c’è una bella fetta di popolazione che, quando si tratta del proprio benessere, si affida al fai da te e si lascia influenzare dalle pubblicità. Sarebbe scontata, da parte mia, una critica alla “diet industry”, ma questa in realtà non fa altro che intercettare le richieste del consumatore – conclude il professore – È proprio su quest’ultimo, sull’informazione alimentare e sull’educazione nutrizionale, che bisognerebbe insistere per avere dei consumatori consapevoli e che si affidino a chi ne ha titolo per le loro problematiche di salute o, più semplicemente, per stare meglio con sé stessi".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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