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“Stefano Cucchi è stato pestato”: un video e il medico lo confermano

Nel processo in corso per il caso del giovane morto in carcere è stato proiettato un filmato che mostra i “luoghi del delitto” ed è stato sentito l’ematologo che conferma, con la sua analisi, la deposizione di Yaya Samura, il testimone chiave dell’accusa.
A cura di Susanna Picone
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Stefano Cucchi è stato pestato: un video e il medico lo confermano

È stata scritta una nuova pagina della terribile storia di Stefano Cucchi, il giovane romano arrestato due anni fa per possesso di droga e lasciato morire in carcere dopo una settimana di agonia. Un delitto diventato un caso nazionale, simbolo delle violenze e dei soprusi che si possono solo immaginare avvengano nelle carceri italiane.

Al processo in corso davanti alla corte d’assise di Roma, la pubblica accusa ha mostrato un video realizzato dai tecnici della polizia scientifica che mostra le camere di sicurezza in cui Stefano fu portato la mattina del suo arresto, in attesa dell’udienza di convalida del fermo. In carcere, questa è l’ipotesi dell’accusa, Cucchi sarebbe stato massacrato di botte da alcuni agenti della polizia penitenziaria: ipotesi sostenuta dal compagno di cella di Cucchi, Yaya Samura, che avrebbe assistito al massacro dallo spioncino della camera di sicurezza in cui era rinchiuso e confermata adesso dall’ematologo Carla Vecchiotti.

L’ematologo conferma la versione del pestaggio di Stefano Cucchi

L’ematologo ha analizzato, infatti, il sangue rinvenuto sui pantaloni indossati da Cucchi al momento della morte e ha specificato davanti alla giuria popolare che “Quel sangue è della vittima e dalla forma allungata della macchia si deduce che il pantalone è stato trascinato verso l’alto sulla gamba, come per mostrarne i segni del pestaggio a qualcuno”.

La versione del pestaggio di Stefano Cucchi è stata inoltre confermata anche da Silvia Porcelli, infermiera del reparto di medicina protetta del Pertini di Roma, che è stata sentita come testimone e ha dichiarato che il giovane avrebbe prima ammesso la responsabilità dei carabinieri per poi negarla successivamente:

Stefano Cucchi mi disse che qualcuno gli aveva menato e che erano stati i carabinieri. Quando dissi a Stefano che avrei dovuto chiamare gli agenti come testimoni di quello che mi diceva lui mi disse “non chiamare nessuno, tanto non lo ripeto”.

Una prima “vittoria” della pubblica accusa ma che turba profondamente Ilaria Cucchi, la sorella della vittima che da due anni cerca instancabilmente una giustizia che ancora non c’è, e che – vedendo il video proiettato – ha commentato: “Mi sono immaginata mio fratello là sotto. E ancora non riesco a capire perché in questo processo si proceda per il reato di lesioni lievi. Un’ipocrisia enorme, un’offesa alla verità e a quello che hanno fatto a Stefano”.

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