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US Open 2024 di tennis

Tutto il team di Sinner ha esultato al punto decisivo, tranne uno: è crollato dopo gli ultimi mesi

Darren Cahill è apparso quasi stremato dopo il trionfo di Sinner agli US Open, raccontando poi il motivo della sua emozione e commozione.
A cura di Marco Beltrami
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Mentre tutti scattavano in piedi nel box del team di Sinner sugli spalti dell'Arthur Ashe, Darren Cahill quasi esausto si lasciava andare in avanti appoggiandosi da seduto alla balaustra. L'esperto coach australiano ha reagito così nel momento in cui Jannik ha trionfato agli US Open, vincendo la finale contro Taylor Fritz.

Perché Cahill ha esultato per il trionfo di Sinner agli US Open in lacrime

Non ha retto l'emozione Cahill che si è commosso per la vittoria del suo giocatore, prima di essere abbracciato affettuosamente da Simone Vagnozzi, il tecnico azzurro con il quale sta facendo un lavoro eccezionale, impreziosito da una sinergia totale. Solo dopo qualche secondo, tra sorrisi e lacrime ecco che l'ex tennista si è alzato in piedi unendosi ai festeggiamenti con la popstar Seal, Anna Kalinskaya e gli altri componenti del box. Una gioia condivisa poi con il tennista numero uno al mondo.

Cosa c'era dietro quell'emozione vissuta in maniera così intima? Raramente abbiamo visto l'ex coach di Hewitt, Agassi, Halep, così provato dopo un successo di uno dei giocatori seguiti. È stato lo stesso Cahill a provare a spiegare le sue sensazioni ai microfoni di ESPN, a conclusione degli US Open. Tutto iniziando con una battuta: "Penso che sia più una reazione da vecchio, a dire il vero. Un vecchio esausto".

Le parole di Cahill sugli ultimi mesi al fianco di Sinner

Tornando serio poi Darren ha ripercorso le tappe di quanto accaduto negli ultimi mesi, con la vicenda Clostebol e il team inevitabilmente cambiato anche dopo la separazione con fisioterapista e preparatore: "Non sono l'allenatore principale di questa squadra, che è Simone, ma sono quello con più esperienza, quindi nelle ultime tre o quattro settimane, o negli ultimi quattro mesi, molto di ciò che è successo all'interno della squadra è ricaduto sulle mie spalle".

Non è stato semplice riuscire ad aiutare Sinner a restare concentrato sul tennis per Cahill e Vagnozzi: "Ho dovuto mantenere il senso delle cose, mantenere la sua attenzione su ciò che stavamo cercando di ottenere, assicurarmi di dirgli continuamente che non aveva fatto nulla di sbagliato, in modo che, qualunque cosa accadesse, tenesse la testa alta, perché non aveva fatto assolutamente nulla di sbagliato. Abbiamo fatto semplicemente del nostro tennis in modo professionale durante questo periodo e una volta superato, potremo andare avanti da lì. Ce l'abbiamo fatta e non è stato senza molto stress, quindi penso che quella reazione fosse più per quello".

Il rapporto tra Sinner e Cahill visto dal coach

Un rapporto il loro che è andato oltre l'aspetto tecnico, come spiegato egregiamente da Cahill: "Questo è il vero allenatore: quando ci tiene. Il tuo giocatore deve sapere che sei coinvolto e che tieni davvero non solo alla prestazione, ma anche a lui come persona. Il mio compito era aiutarlo a maturare e a diventare la persona che tutti vogliono vedere, qualcuno che i giovani possano ammirare. Anche prima della partita, gli ho parlato del fatto che si è comportato nelle ultime tre o quattro settimane dimostrando onestà. Ha una resilienza innata e ha tutto di cui essere orgoglioso, quindi dovrebbe uscire e godersela, perché lui merita assolutamente di essere lì. Questo è un po' il mio ruolo. Penso che le emozioni che hai visto emergere alla fine della partita riguardassero il fatto che sono stati tre o quattro mesi lunghi, di sicuro". E possiamo dire che il lavoro di Cahill e Vagnozzi finora è stato impeccabile.

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