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Australian Open

Sinner non fa una piega: “Ma cosa deve cambiare? A me piace ballare sotto la tempesta”

Inutile insistere che la sua vita adesso cambierà, Jannik Sinner è un monolito scolpito nel lavoro e nella modestia: “Io sono sempre lo stesso ragazzo dell’altroieri. Adesso ci tranquillizziamo e ci rimettiamo in riga, c’è tanto lavoro da fare. La pressione? È un privilegio non per molti”.
A cura di Paolo Fiorenza
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"Tale e quale, sei rimasto tale e quale…" ripeteva a Lello Arena in maniera petulante un suo vecchio compagno di scuola in una scena cult di ‘No grazie, il caffè mi rende nervoso'. E tale e quale, c'è da giurarci, resterà anche Jannik Sinner dopo un trionfo che stravolgerebbe vita e carriera di chiunque. Non quella di questo ragazzo di 22 anni, che dopo aver vinto l'Australian Open battendo in un'epica finale Medvedev, spiega a tutti con calma serafica due concetti: lui non cambierà di una virgola, anzi ci darà dentro ancora di più col lavoro per migliorare, vincere altri Slam e salire più in alto dell'attuale numero 4 al mondo.

Provano a dirgli che dopo la vittoria di Melbourne tante cose cambieranno, ma si trovano di fronte un monolito: "Ma che cosa deve cambiare? Io sono sempre lo stesso ragazzo dell'altroieri. Il momento è bellissimo, ma adesso ci tranquillizziamo e ci rimettiamo in riga. C'è tanto lavoro da fare e non vedo l'ora, perché mi piace. Abbiamo realizzato una cosa bella, che ci fa capire che sto facendo le cose giuste. Quindi l'importante è vivere in modo sereno con il mio team e lavorare perché gli avversari ormai mi conoscono, si è visto a Melbourne e dunque devo migliorare tanto".

Jannik Sinner con la coppa dell'Australian Open vinta a Melbourne
Jannik Sinner con la coppa dell'Australian Open vinta a Melbourne

Inutile insistere sulle pressioni che ora aumenteranno, Sinner ha una testa di altro livello: "C'è sempre pressione, ma la pressione è un privilegio, no? Non ci sono molti giocatori che devono convivere con la pressione. Quindi diciamola così: mi piace ballare sotto la tempesta", risponde a Repubblica.

Una solidità mentale che sul campo fa la differenza e vale più di un ace o un dritto vincente, ma Jannik ammette che le emozioni non lo hanno certo risparmiato nel momento in cui ha chiuso il match point contro Medvedev e si è lasciato cadere sul campo della Rod Laver Arena: "Ho pensato al grande lavoro fatto partendo dagli anni passati. Troppe emozioni, ci vuole un po' di tempo per elaborare tutto. Ma in pochi secondi mi è passata davanti tutta la vita… Sì, è il primo Slam di un italiano in Australia, questo significa molto per me. Forse è la cosa più importante. Perché il supporto che ricevo ormai da anni è incredibile. Essere in grado di rendere felice l'Italia è fantastico, perché sento che i tifosi spingono anche me, mi fanno credere in me stesso. È una cosa che avverto come il pubblico fisicamente sugli spalti, e mi dà una forza come quando lo stadio è pieno con 15mila persone che fanno il tifo per te o per il tuo avversario. È una sensazione incredibile".

Sinner si lascia cadere a terra dopo aver vinto l'ultimo punto contro Medvedev: ha appena fatto la storia
Sinner si lascia cadere a terra dopo aver vinto l'ultimo punto contro Medvedev: ha appena fatto la storia

Sinner eviterebbe volentieri di presenziare al Festival di Sanremo ("non lo so, non ne ho idea, però conoscendomi se posso non ci vado"), ma giovedì prossimo c'è invece un appuntamento irrinunciabile, la visita dal presidente Mattarella assieme a tutta la squadra che lo scorso novembre ha vinto la Coppa Davis a Malaga: "Se ho preparato il discorso? No, ancora no…".

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