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Medvedev sputa rancore: “Ho passato tutta la mia vita ad aspettare Nadal e tu mi punisci subito”

Medvedev vince a Shanghai tra crampi e proteste. Siparietto in panchina e lite con il giudice di sedia Mohamed Lahyani: ad un certo punto sfoga tutto il suo rancore e tira in ballo Rafael Nadal.
A cura di Vito Lamorte
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Due ore di battaglia intensa raccontano perfettamente il mondo di Daniil Medvedev. Sul centrale di Shanghai, il tennista russo ritrova un posto nei quartieri finali di un Masters 1000, cercando di rianimare una stagione fin qui deludente.

La vittoria contro il giovane americano Learner Tien è una sintesi perfetta del suo talento cristallino e del suo carattere imprevedibile, sempre in bilico tra genio e caos.

Crampi e la richiesta surreale alla raccattapalle: poi lo sfogo su Nadal

Le condizioni ambientali, tra caldo afoso e umidità soffocante, hanno messo in difficoltà diversi giocatori nel torneo cinese, e questa volta è toccato proprio a Medvedev farne le spese. Nel corso del secondo set, il russo è stato colpito dai crampi, costringendo il fisioterapista a un lungo intervento in panchina. Durante il trattamento, però, Daniil ha lasciato tutti di stucco chiedendo a una raccattapalle di aiutarlo a togliersi la maglia, completamente fradicia di sudore. Richiesta ovviamente respinta, con un addetto al campo costretto poi ad assisterlo tra evidenti smorfie di disgusto.

Il copione del russo, però, non si esaurisce mai sul piano del gioco. Dopo aver perso il secondo set, Medvedev ha ingaggiato una lunga discussione con il giudice di sedia Mohamed Lahyani, lamentandosi per un warning per perdita di tempo. Nel suo sfogo, ha citato anche Rafael Nadal: “Ho giocato con Nadal decine di volte, aspettavo anche un minuto prima di rispondere e lui non ha mai preso un warning. Io oggi, al primo ritardo, vengo punito. È assurdo!”.

Un paragone che ha fatto subito discutere e che testimonia quanto il russo viva ogni match con un’intensità fuori dal comune.

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Una lotta di sopravvivenza contro Tien

L’incontro contro Tien è stato quasi una prova di resistenza fisica e mentale, più che una semplice partita di tennis. Con il torneo stravolto da tante sorprese — dal francese Rinderknech al monegasco Vacherot, entrambi approdati tra i migliori otto —, anche Medvedev ha dovuto fare i conti con un caldo opprimente e continue pause per recuperare energie.

Alla fine, il russo è riuscito a spuntarla al terzo set, in una sfida da veri “Hunger Games”, dove la tenacia ha contato più del talento. Una vittoria che vale doppio, non solo per la qualificazione ma anche per il morale, in una stagione che aveva urgente bisogno di una scintilla.

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