Jack Draper: “L’antidoping è imbarazzante. Delle volte spingi cosi tanto che scappano flatulenze”

Jack Draper ha dovuto faticare un po' per battere l'italiano Bellucci nel primo turno del Roland Garros, ma alla fine ce l'ha fatta. A Parigi ha una grande chance l'inglese che virtualmente è già numero 4 ATP e vuole mantenere questa classifica anche dopo il torneo, perché così potrebbe avere un tabellone migliore a Wimbledon. Dopo la partita Draper ha risposto a una serie di domande in conferenza stampa, una anche particolare riguardo i test antidoping, che spesso hanno prodotto, non solo a lui, dei momenti alquanto imbarazzanti.
Draper vince con Bellucci e passa al secondo turno
La terra non è la sua superficie prediletta, ma si è fatto rispettare durante la primavera, ora ci prova pure a Parigi, dove è collocato nella parte alta tabellone, nel quarto di Djokovic e Zverev. L'esordio è stato un po' più complesso del previsto con l'azzurro Bellucci, ma il match comunque lo ha portato a casa. Finita la partita il britannico ha dovuto rispondere anche a una domanda imbarazzante. Gli è stato chiesto delle difficoltà che gli atleti, in questo caso i tennisti provano nel test antidoping.

Draper e l'imbarazzo dell'antidoping
Il giornalista che gli ha posto la domanda gli ha portato l'esempio dell'olandese Griekspoor, che ha ammesso candidamente che non è riuscito a urinare per quasi tre ore, dopo una partita, e gli ha chiesto se anche a lui è accaduto qualcosa di simile. Draper, che è un caro amico di Sinner, ha risposto senza farsi troppi problemi e ha spiegato: "Delle volte ti trovi a spingere così forte che ti ritrovi a scoreggiare con al fianco proprio loro (i responsabili dei test antidoping ndr.). Questo è un lavoro duro pure per loro. E questo lo tengo sempre a mente, perché ci sono persone che si infastidiscono per cose del genere che sono molto intime. Ma alla fine pure per quelle persone non è un lavoro semplice".