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Cos’è il coaching e perché divide il mondo del tennis: botta e risposta Tsitsipas-Kyrgios

Il coaching, ovvero la possibilità per gli allenatori di dare istruzioni ai tennisti durante i match professionistici è una pratica vietata e sanzionabile da parte degli arbitri. C’è chi, come Tsitsipas, vorrebbe però che le cose cambiassero per modernizzare il tutto. Di tutt’altra idea Kyrgios.
A cura di Marco Beltrami
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Coaching sì, coaching no? Il mondo del tennis è diviso, come confermato dall'ultimo post di Stefanos Tsitsipas, 4° nel ranking Atp. Il greco si è dimostrato favorevole alla possibilità per gli allenatori di dare consigli e istruzioni liberamente ai propri giocatori in occasione dei tornei. Una situazione che ora è preclusa dal regolamento che prevede sanzioni per i tennisti "pizzicati" a comunicare con i propri coach durante i match. Non tutti però sono d'accordo, come confermato da Nick Kyrgios che non ha perso tempo per rispondere per le rime a Tsitsipas.

Che cos'è il coaching nel tennis

Per "coaching" nel tennis s'intendono tutte quelle pratiche adottate dagli allenatori per istruire i propri giocatori, con qualunque mezzo. Parole, gesti, indicazioni,  su come muoversi in campo durante i match professionistici da parte dei tecnici presenti nel proprio angolo, sugli spalti (non possono essere al fianco dei giocatori in campo). Un modo per cercare di indirizzare i propri atleti, che però è vietato a livello professionistico. Nel caso in cui l'arbitro si accorga di "coaching" dell'allenatore o di un suo collaboratore al proprio giocatore, allora sono previsti provvedimenti che possono andare dal warning (un avvertimento), al penalty point (punto perso), e penalty game (gioco perso). L'unico momento in cui gli allenatori possono parlare con i giocatori è quando il gioco è sospeso.

Il coaching vietato, le sanzioni per i tennisti

Ci sono però delle distinzioni. Il coaching è assolutamente vietato nel circuito maschile professionistico ATP, mentre non in quello femminile WTA: dopo le sperimentazioni della scorsa stagione, le giocatrici possono anche chiamare il loro coach una volta per set. Una situazione preclusa loro nei tornei dello Slam. Diverso invece il caso delle competizioni a squadre, come la Coppa Davis, dove il capitano può parlare ai suoi giocatori in occasione del cambio di campo.

Ovviamente la questione fa discutere da sempre, visto che tutto dipende anche dalla discrezionalità del giudice di sedia. Sono tanti gli allenatori che trovano comunque il modo di comunicare con i propri giocatori, senza essere sanzionati. Ecco allora che spesso e volentieri quando un giocatore viene sanzionato durante un match per "coaching", si scatenano polemiche a non finire. Basti pensare al celebre caso del 2018 quando Serena Williams fu sanzionata in finale per un coaching, e perse la testa accusando poi l’arbitro di sessismo, nonostante il suo coach Muratoglou ammise di aver dato istruzioni alla sua giocatrice giustificandosi però poi: "Lo fa anche Nadal".

Tsitsipas favorevole al coaching libero nel tennis professionistico

E il dibattito sul Coaching "libero" è tornato in auge dopo i tweet di Stefanos Tsitsipas. Il greco numero 4 del mondo si è detto favorevole alla possibilità da parte degli allenatori di istruire i propri giocatori liberamente durante i match: "Il coaching su ogni punto dovrebbe essere consentito nel tennis. È necessario approvarlo. Probabilmente siamo uno dei pochi sport globali a non utilizzare il coaching durante il gioco. Rendetelo legale. È ora che lo sport faccia un grande passo avanti".

Il botta e risposta con Kyrgios

Per perorare la sua causa, Tsitsipas ha sottolineato la necessità di modernizzare il tennis, sottolineando anche le contraddizioni della regola attuale: "Tutti hanno un allenatore; è conveniente a questo livello dello sport. Stiamo parlando di tennis professionistico (ATP & WTA Tour). Personalmente non ho mai affrontato un giocatore che non avesse a disposizione un allenatore. Il tennis deve modernizzarsi, il che è difficile perché i tradizionalisti sono molto potenti e prevalgono. Perché il tennis vieta l'allenamento in campo quando ogni altro sport lo consente? La stragrande maggioranza degli allenatori di tennis stia effettivamente istruendo in campo, nonostante le regole. A volte i giocatori vengono puniti per questo, ma la maggior parte delle volte no".

C'è chi non ha perso tempo per dimostrare le proprie perplessità su questo intervento, ovvero Nick Kyrgios. Il tennista australiano, tra l'altro amico del greco, non ha usato mezzi termini, dando il la ad un botta e risposta: "Di solito le sue idee non mi dispiacciono, ma questa è terribile". Ecco allora che Stef ha risposto con una battuta: "Ti procurerò un allenatore, non preoccuparti di questo". Ne è nata una discussione tra il serio e il faceto: "Mi sembrava di aver fatto bene contro di te, anche senza allenatore ahahah, ma il bello del tennis è giocare da solo. Alcune persone scelgono di non avere un allenatore, alcune persone non possono permettersi un allenatore. Sul campo da tennis c'è parità di condizioni. Penso che sia il bello dello sport". Una posizione comunque rispettata da Tsitsipas: "Vero. Capisco quello che dici, ma lascia che ti ricordi che la maggior parte degli allenatori di tennis in realtà allena in campo, nonostante le regole. Perché dovrebbe esserci una punizione o una regola di rigore per un allenatore che sente il bisogno di parlare o dare consigli?". Il dibattito è aperto.

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