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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

Razzoli in lacrime, grande rimonta ma la medaglia in slalom non c’è: “Fa male, ma lo sport è questo”

A Pechino si è rivisto a 37 anni il Giuliano Razzoli che 12 anni fa aveva vinto l’oro olimpico a Vancouver. Ma una grande seconda manche non è bastata per il podio: “Lo sport ti insegna a credere nei sogni e io ci ho creduto”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Febbraio 2022 e il ‘Razzo' è ancora lì, a 37 anni. Passano gli atleti, si rinnovano le generazioni e poi si scopre che il nostro miglior sciatore nelle discipline tecniche alle Olimpiadi è ancora lui, Giuliano Razzoli. Dopo la debacle azzurra nel gigante, in cui erano andati fuori tutti e tre i nostri rappresentanti, lo slalom speciale a Pechino ha visto piazzarsi all'ottavo posto l'atleta emiliano, a distanza di 12 anni dall'indimenticabile medaglia d'oro dei Giochi di Vancouver del 2010. Più dietro gli altri due azzurri: Tommaso Sala si è classificato undicesimo, mentre Alex Vinatzer è caduto.

Razzoli si era classificato dodicesimo dopo la prima manche, ma nella seconda discesa ha tirato fuori tutta la sua classe e ha realizzato una grande rimonta, piazzando il quarto tempo di manche e restando ad appena 26 centesimi dal podio. Tanto lo separa a fine gara dal bronzo del norvegese Foss-Solevaag, mentre l'argento è andato all'austriaco Strolz, che già aveva vinto la combinata, e l'oro ad uno straordinario Clement Noel, che ha fatto gioire la Francia con una seconda prova spettacolare, rimontando dalla sesta posizione.

Razzoli impegnato nello slalom olimpico
Razzoli impegnato nello slalom olimpico

Le lacrime di Razzoli al termine della sua ultima competizione olimpica danno il senso pieno di cosa significhi interpretare lo sport come lezione di vita. Le sue parole sono una lezione di dignità e gratitudine:  "È stato bello provarci, ci sono andato vicino ma non abbastanza. Ci credevo ma sono stati più bravi i primi – ha detto alla Rai – È stato bello essere qua, era un sogno finire con una medaglia olimpica, me lo sarei anche meritato, ma lo sport è questo. Ti insegna a credere nei sogni e io ci ho creduto. Adesso fa un po' male ma devo essere fiero del lavoro che ho fatto e di come ho sciato in questa stagione. Sapevo che questa era la mia ultima Olimpiade e ho dato il meglio".

Una prova che non finirà in bacheca assieme all'oro di Vancouver, ma che certifica lo spessore umano e sportivo di Razzoli: campioni si è sempre, quando si è dato tutto e onorato la maglia dell'Italia sul palcoscenico olimpico.

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