La folle impresa di Bargiel, giù dall’Everest con gli sci: 16 ore nella “Zona della morte” senza ossigeno

Nel settembre 2025, Andrzej Bargiel è riuscito in una impresa senza precedenti: l'alpinista polacco è riuscito a scalare l’Everest senza ossigeno supplementare e scendere con gli sci fino alla fine del ghiacciaio del Khumbu, dove finiva la neve. Una prova oltre il limite, resa ancora più complicata dalla mancanza di corde fisse e dall’abbondanza di neve fresca. Il tutto ha costretto Bargiel a procedere più lentamente del previsto trascorrendo ben 16 ore nella cosiddetta "Zona della morte". Oggi, quell'avventura si è trasformata in un docufilm che verrà prodotto a fine anno e dalle riprese mozzafiato, soprattutto quando in presa diretta durante la discesa, Bargiel si è trovato di fronte a dirupi e crepacci.
Bargiel nella "Zona della Morte": ossigeno ridotto al 33% per 16 ore
Lo scialpinista polacco Andrzej Bargiel ha compiuto un'avventura epocale, trascorrendo primo al mondo, 16 ore nella "Zona della morte" senza ossigeno supplementare. Un tratto in altissima quota sul monte Everest così chiamata perché oltre gli 8.000 metri di altitudine i livelli di ossigeno sono pari al 33% del normale e insufficienti a sostenere la vita umana per più di 18-20 ore. Ma lo scalatore polacco non solo è riuscito a resistere, trovando le energie anche per calzare gli sci e intraprendere una assurda discesa fino a valle, il tutto documentato in un video dalle riprese incredibili e spettacolari di sempre.
La discesa mozzafiato di Bargiel con gli sci dalla "Zona della Morte"
Il video integrale dura oltre 30 minuti e anticipa il filmato integrale che documenterà l'intera avventura sull'Everest, con un film ufficiale della spedizione, ma l'anteprima è mozzafiato. Bargiel ha ripreso tutto, sia la durissima scalata a piedi sia l'inizio della straordinaria discesa: nelle sequenze scelte supera l'Hillary Step, il ripido risalto roccioso ai bordi della vetta, l'ultima grande difficoltà tecnica (in salita, e la prima in discesa) prima della via sud-est. Poi è il momento del Colle Sud poco sotto gli 8 mila metri, sempre dentro la "Zona della Morte", per poi raggiungere il Campo IV.
Bargiel e le Khumbu Icefall: l'utilizzo del drone per superare i crepacci ghiacciati
Le immagini mostrano la discesa verso lo Sperone dei Ginevrini, posto sulla sulla parete del Lhotse fino al Campo II a 6.400 metri. Il mattino seguente riprendono le riprese con Bargiel che, superato anche il Campo I continua a sciare lungo i pendii del Nuptse fino al Khumbu Icefall. Una cascata di ghiaccio che si sviluppa sul ghiacciaio omonimo, sul fianco dell'Everest non lontana dal campo base che, per superarne i dirupi e gli anfratti, Bargiel ha affrontato utilizzando un drone per scegliere i passaggi più sicuri.
Chi è Andrzej Bargiel, icona dell'alpinismo estremo: il 1° a scendere con gli sci anche dal K2
Andrzej Bargiel aveva già tentato l’impresa nel 2019 e nel 2022, non riuscendo nel proprio intento mentre era riuscito a scendere con gli sci dal K2, primo uomo al mondo. Nel 2023 ha poi scalato e disceso con gli sci il Gasherbrum I e II diventando il primo alpinista ad avere sciato tutti gli Ottomila del Karakorum e nel suo palmarès figurano anche le discese dallo Shisha Pangma e dal Manaslu.