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Guerra in Ucraina

Il dramma degli ucraini alle Paralimpiadi: “Aspettano una risposta da casa ma hanno paura di riceverla”

Le emozioni forti degli atleti ucraini alle Paralimpiadi: dietro l’exploit di successi e medaglie si nasconde il tormento e il dolore per la guerra che ha sconvolto il loro Paese. “Ogni giorno e ogni notte cerchiamo di scoprire se la nostra famiglia è viva o meno”.
A cura di Maurizio De Santis
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La delegazione dell'Ucraina alle Paralimpiadi di Pechino 2022, in gara nonostante la forte preoccupazione per quanto sta accadendo nel Paese.
La delegazione dell'Ucraina alle Paralimpiadi di Pechino 2022, in gara nonostante la forte preoccupazione per quanto sta accadendo nel Paese.
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Nove ori, dieci argenti, sei bronzi. Il totale per adesso è di 25 medaglie, abbastanza da spingere l'Ucraina al secondo posto nella classifica generale del medagliere alle Paralimpiadi di Pechino 2022. Nessuno credeva in un exploit del genere in un momento così difficile e durissimo dal punto di vista emotivo. Eppure prestazioni e numeri sono l'esempio tangibile della forza di volontà degli atleti che con le loro vittorie, salendo sul podio avvolti nella bandiera, cantando l'inno nazionale provano a ricordare al mondo intero il dramma che che si sta consumando in quella porzione di Europa.

Il risultato sportivo regala soddisfazione ma la felicità dura un attimo, gioia effimera sopraffatta dalle immagini e dalle notizie che rimbalzano in tv, sui social dalle zone del conflitto. Dietro ogni gara, dietro ogni prestazione ci sono silenzi troppo duri da raccontare e storie che s'incrociano con la guerra che ha sconvolto il loro Paese da quando la Russia ha sferrato l'azione militare. La storia di Suiarko (terzo posto nel biathlon ipovedenti), che il giorno prima di infilare al collo il bronzo ha saputo della sua casa sotto i bombardamenti, spiega bene qual è lo stato d'animo delle delegazione volata in Cina prima che scoppiasse l'apocalisse e in condizioni logistiche precarie. Nonostante tutto, riescono a battersi con orgoglio e a vincere.

Il presidente del comitato paralimpico dell'Ucraina, Valerii Sushkevych, stringe la mano al capitano della squadra, Greygorii Vovchynskyi.
Il presidente del comitato paralimpico dell'Ucraina, Valerii Sushkevych, stringe la mano al capitano della squadra, Greygorii Vovchynskyi.

Valerii Sushkevych, presidente del comitato paralimpico ucraino, rivela che alla base di questi successi c'è una motivazione fortissima: fare di tutto per onorare il proprio Paese e tenerne alta la bandiera nelle competizioni internazionali. "È una delle ragioni per cui abbiamo ottenuto risultati così importanti a questa edizione dei Giochi – ha ammesso nell'intervista alla Reuters -. Non è mai successo nella nostra storia. Ai recenti Mondiali riuscivamo a raggiungere il quinto o il sesto posto al massimo. Durante la tappa dei Mondiali a gennaio nessuno di questi atleti ha conquistato medaglie. La guerra è una grande motivazione, una forte motivazione".

La medaglia d'oro, Iryna Bui, celebra la vittoria alle Paralimpiadi con il capo delle delegazione dell'Ucraina, Valerii Sushkevych.
La medaglia d'oro, Iryna Bui, celebra la vittoria alle Paralimpiadi con il capo delle delegazione dell'Ucraina, Valerii Sushkevych.

Il lato oscuro della forza dà e prosciuga energie mentali. Il cuore batte a mille ma è stretto in una morsa di sofferenza per l'evoluzione del conflitto e l'efferatezza dell'invasione, per la preoccupazione angosciante e il pensiero rivolto a chi in Ucraina ha gli affetti più cari. Spenti i riflettori sulle gare, quando intorno non c'è altro che silenzio allora il caos di emozioni, fino allora in sordina, diventa martellante.  "Ogni mattina chiamano la madre, il padre, la nonna, la figlia e aspettano una risposta – ha aggiunto Sushkevych -. E hanno così paura di non ricevere risposta. Questa è la realtà delle nostre vite ora. Ogni giorno e ogni notte cerchiamo di scoprire se la nostra famiglia è viva o meno".

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