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Guerra in Ucraina

La forza incredibile dell’atleta ucraino: gli bombardano casa, vince il bronzo alle Paralimpiadi

La delegazione ucraina è una delle più forti e vincenti alle Paralimpiadi di Pechino 2022. Medaglie al collo ma cuore spezzato. È la situazione surreale che stanno vivendo tutti gli atleti, Dmytro Suiarko ne è un esempio.
A cura di Maurizio De Santis
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Dmytro Suiarko (a sinistra) sul podio delle Paralimpiadi di Pechino.
Dmytro Suiarko (a sinistra) sul podio delle Paralimpiadi di Pechino.
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Il giorno prima i russi gli hanno bombardato e distrutto casa, il giorno dopo Dmytro Suiarko conquista un bronzo alle Paralimpiadi di Pechino e sale sul podio insieme ai connazionali Vitaliy Lukyanenko (oro) e Anatolli Kovalevskyi (argento). Filotto di medaglie dedicate al loro Paese, l'Ucraina invasa e devastata dall'operazione militare lanciata da Vladimir Putin. Nel biathlon ipovedenti monopolizzano la gara ma il dramma e la tristezza per quanto sta accadendo in patria prende il sopravvento anche sull'euforia per un risultato del genere. Non c'è voglia di fare festa, né di sorridere. Lo accennano appena, ma è una smorfia. Nei loro occhi puoi leggere il tormento nel quale si dibattono.

A Chernihiv, a circa 90 miglia da Kiev, i raid nemici hanno danneggiato edifici, lasciato al suolo detriti e schegge, ordigni inesplosi che personale specializzato disinnesca con strumenti di fortuna. L'escalation del conflitto toglie il fiato: la città è stata sotto il fuoco dei russi per quasi due settimane e la preoccupazione aumenta perché ricevere notizie certe da lì, sui propri cari, è quasi impossibile. "Sono felice per la medaglia – ha ammesso Suairko attraverso l’Olympic Information Service – ma sai bene qual è la situazione in Ucraina… e vorrei che tornasse la pace".

L'orgoglio degli atleti ucraini del biathlon che hanno vinto tutto alle Paralimpiadi di Pechino.
L'orgoglio degli atleti ucraini del biathlon che hanno vinto tutto alle Paralimpiadi di Pechino.

Non aggiunge altro, ogni altra parola sarebbe superflua. Si lascia sfuggire solo una frase che spiega bene quale fosse lo stato d'animo con il quale è andato in gara nonostante tutto. "Nel biathlon è necessaria una concentrazione molto alta e, diciamo così, mi sono perso due volte perché ieri la casa in cui vivo è stata bombardata e distrutta".

Medaglie al collo ma cuore spezzato. È la situazione surreale che stanno vivendo tutti gli atleti della delegazione ucraina al di là giunti al di là della Grande Muraglia prima che scoppiasse l'inferno. Nessuno poteva immaginare prima della partenza per Pechino che si sarebbe arrivato a questo. Nessuno credeva possibile lo scoppio di una guerra nel cuore dell'Europa. Suiarko e i connazionali hanno anche dominato lo sprint per ipovedenti di sabato scorso: ancora una volta sono arrivati l'oro (Lukyanenko) e il bronzo, mentre Oleksandr Kazik ha vinto l'argento. Tris di titoli anche nelle gare femminili con Iryna Bui, Oleksandra Kononova e Liudmyla Liashenko. Nel complesso finora sono 19 le medaglie conquistate (6 ori, 8 argenti, 5 bronzi), l'Ucraina è in terza posizione in classifica generale. Ma la guerra rende tutto così desolante.

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