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Il disastro Ferrari nei Team Radio di Hamilton in Ungheria: “Come ho fatto a perdere tanto terreno?”

Le comunicazioni tra il pilota e l’ingegnere di pista tracciano il quadro di un Gran Premio durissimo, il “peggiore della carriera” come lo ha definito l’inglese che nell’ultimo weekend ha toccato il fondo con la Rossa.
A cura di Maurizio De Santis
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La trascrizione del Team Radio di Lewis Hamilton durante il Gran Premio di Ungheria offre un quadro inquietante della situazione in cui versa la Ferrari. C'è una frase su tutte che spiega bene il senso di smarrimento e la frustrazione  del pilota: "Come ho fatto a perdere così tanto terreno?", si chiede sconsolato dialogando con l'ingegnere di pista, Riccardo Adami, l'uomo che dal muretto che prova a coadiuvarne la guida e la strategia da seguire.

Qualcosa non ha funzionato. Di nuovo. Qualcosa è andato storto e, almeno per l'inglese, è stato questo il conduttore della stagione che ha definito "la peggiore della carriera". Non è mai riuscito a trovare il feeling con la vettura né con il manager di riferimento al muretto, come apparso anche nelle prime gare del Mondiale. E all'Hungaroring ha toccato il fondo davvero tanto da lasciarsi sfuggire una frase allarmante: "Farebbero meglio a cambiare pilota, mi sento inutile".

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Hamilton sconsolato: "Ho appena perso cinque secondi"

Frammenti di disagio e di malessere profondi. Mettere assieme tutti i pezzi del mosaico restituisce un quadro tremendo. "Nessun ritmo per sorpassare". "Ho appena perso cinque secondi". Fino alla conclusione devastante sotto il profilo emotivo: "Mi dispiace davvero per il weekend, ragazzi. E per avervi fatto perdere punti". Sono solo alcuni degli stralci di comunicazione che sintetizzano cosa (non) è l'esperienza di Hamilton a Maranello. E di quanto sia stato finora difficile il suo rapporto con Adami.

Il senso di smarrimento in gara: "Dove mi trovo esattamente?"

I due hanno spesso avuto scambi radiofonici gelidi e confusi, lo stesso è accaduto al Gran Premio d'Ungheria. "Dove mi trovo esattamente? Sarebbe davvero utile per te darci un'idea di quanti giri ci sono", dice l'inglese che dà l'impressione di aver perso la bussola nonostante dal box c'è fiducia: "Siamo in P16 con un grande delta di pneumatici – le parole di Adami -, torniamo a un potenziale P7, mancano 26 giri".

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Amara constatazione: "Amico, questi davanti sono miglia lontani"

Le cose, però, si mettono male. Una volta rientrato ai box, Hamilton era così indietro che fu costretto a rallentare per lasciarsi sorpassare dai capofila. Questo gli costò perdita di tempo prezioso nell'inseguimento dei piloti che aveva staccato, tra cui Sainz e Gasly. "Quanto sono avanti tutti? Accidenti, ho perso solo cinque secondi, amico, lasciandolo passare". Nonostante ciò, la Ferrari riteneva opinabile per Hamilton un tempo sul giro di 1'19″5, ma non lo ha mai sfiorato. "Ti aspetti davvero che ce la faccia?", aggiunge sconsolato. E quando inizia a rendersi conto di essere rimasto in mezzo al guado nei giri precedenti sentenzia: "Amico, questi davanti a me sono miglia lontani".

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